Vino alla diglicerina alla cantina di Broni, il pm vuole il giudizio per sei imputati
Tra loro l’ex presidente di Terre d’Oltrepo e due enologi. Le difese: «Dalle nostre analisi nessun additivo vietato»
BRONI. La procura chiede il processo, le difese il proscioglimento. Al centro ci sono le diverse conclusioni a cui arrivano le analisi sui campioni di vino che erano stati sequestrati alla cantina di Broni nel 2021: l’accusa ha trovato additivi vietati, tra cui la diglicerina ciclica e il metossi-propandiolo, che invece per la difesa non ci sono. La giudice Luisella Perulli deciderà il 16 aprile. A rischiare il processo sono sei persone, tra cui l’ex presidente di Terre d’Oltrepo, Andrea Giorgi, e due enologi. Nell’ambito di questa indagine la procura aveva sequestrato oltre 52mila litri di vino rosso (poi dissequestrati) e anche diverse migliaia di bottiglie di spumante Metodo classico. L’inchiesta era nata da un esposto presentato da un laboratorio a cui si era appoggiata Eurospin a seguito dell’analisi su un lotto di spumante Metodo Classico (circa 20mila bottiglie) acquistato da Terre d’Oltrepo, che aveva evidenziato la presenza di una sostanza adulterante, nella fattispecie “diglicerina ciclica”, un additivo che serve ad ammorbidire il vino ma che è vietato.
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Gli imputati
Ieri mattina si è svolta l’udienza pre-dibattimentale, una tappa prevista dalla riforma Cartabia che non è ancora un vero e proprio processo, ma una fase preliminare in cui il giudice deve valutare se andare avanti con il giudizio oppure se ci sono elementi per prosciogliere gli imputati. Giorgi, presidente di Terre d’Oltrepo fino a gennaio 2022 (nel frattempo il Consiglio di amministrazione è stato rinnovato) e gli enologi Alessio Gaiaschi, di Golferenzo, e Andrea Rossi, di Stradella, sono accusati di frode in commercio per avere messo in commercio come genuine sostanze alimentari non genuine e di avere alterato le indicazioni geografiche tipiche dei prodotti. Imputati anche tre agricoltori: Luca Bellani, rappresentante della tenuta Cà di Frara di Mornico Losana, Giovanni Maggi, della cascina La Torre di Bosnasco e Giovanni Covini, dell’azienda agricola Covini di Stradella. I difensori Gabriele Roveda, Gianmarco Brenelli, Luca Angeleri e Giulia del Poggio hanno chiesto ieri il proscioglimento. «Quei prodotti non sono mai stati messi in commercio quindi la contestazione non regge – dichiara Angeleri –. Inoltre dalle analisi sui campioni eseguite da noi non sono emersi additivi vietati».
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