Terreni sostenibili, con la coltivazione di legumi niente obbligo riposo
foto da Quotidiani locali
Pavia. La Commissione europea ha adottato un regolamento che concede agli agricoltori un’esenzione parziale dalla regola di condizionalità per i terreni lasciati a riposo. Il regolamento si applicherà retroattivamente dal 1º gennaio per un anno, fino al 31 dicembre prossimo. Ma arrivano già le prime critiche. «Nonostante i miglioramenti ottenuti rispetto alla proposta iniziale, il provvedimento non risponde alle esigenze degli agricoltori italiani», dice il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Anziché mantenere terreni a riposo o mantenere elementi improduttivi sul 4% dei seminativi, gli agricoltori che coltivano colture azotofissatrici (lenticchie, piselli o favi) o colture intercalari senza prodotti fitosanitari saranno considerati conformi al requisito “Buone condizioni agronomiche e ambientali” (Bcaa 8). Gli agricoltori possono tuttavia continuare a soddisfare il requisito con terreni lasciati a riposo o elementi non produttivi. L’atto adottato consente, inoltre, agli Stati membri di modificare i regimi ecologici a sostegno delle zone non produttive per tenere conto dello scenario di riferimento alternativo nell’ambito della condizionalità Bcaa 8: una semplice notifica alla Commissione europea sarà sufficiente per aggiornare immediatamente i regimi ecologici interessati. La proposta della Commissione è calibrata per garantire il giusto equilibrio tra, da un lato, l’offerta di un sostegno e una flessibilità adeguati agli agricoltori che si trovano ad affrontare numerose sfide e, dall’altro, la protezione della biodiversità e della qualità del suolo. Per ricevere il sostegno della Politica agricola comune, gli agricoltori devono rispettare una serie di nove norme per l’ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell’Uei: questa serie di norme di base è denominata “Buone condizioni agronomiche e ambientali” (Bcaa). La norma Bcaa 8, tra l’altro, impone di destinare una quota minima di seminativi a superfici o elementi non produttivi: terreni lasciati a riposo, ma anche elementi paesaggistici non produttivi come siepi o alberi. Ne sono esentate le aziende con meno di dieci ettari di seminativi. Le colture intercalari crescono tra due colture principali e possono fungere da foraggio per gli animali o da letame verde. L’uso di colture azotofissatrici e colture intercalari comporta una serie di benefici ambientali per la salute del suolo, anche per la biodiversità del suolo e per la limitazione della lisciviazione dei nutrienti. Le colture devono essere coltivate senza prodotti fitosanitari per mantenere l’ambizione ambientale della pace. Ma il regolamento pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Ue, sulla deroga all’obbligo di mantenere parte dei terreni agricoli incolti o improduttivi, non vede favorevole Confagricoltura.
L’iter
«La Commissione – spiega l’organizzazione agricola – ha previsto una lista eccessiva di condizioni che riducono l’efficacia della misura. Il nostro obiettivo è di eliminare l’obbligo della destinazione non produttiva dei terreni dalla normativa i Pac, ma è necessaria una proposta legislativa impossibile approvare prima della conclusione della legislatura europea». Ecco così la misura regolamentare che, però, sta dando risultati non soddisfacenti. «Da parte nostra, non rinunciamo a migliorare la situazione per gli agricoltori italiani – conclude Confagricoltura – A tal fine avanzeremo le proposte alla Commissione sulla semplificazione che sarà licenziato per il Consiglio Agricoltura in programma lunedì 26 febbraio a Bruxelles».
Umberto De Agostino