Violenza sull’allieva, il prof condannato a 7 anni è finito dietro le sbarre
foto da Quotidiani locali
PAVIA. La decisione della Cassazione, che ha confermato la condanna a sette anni per violenza sessuale su una sua allieva, era arrivata il 6 marzo. E ora per l’imputato, un docente di 36 anni di Pavia, si sono aperte le porte del carcere. L’uomo, che prima di questa vicenda insegnava italiano in una scuola media della città, è stato portato in cella dagli agenti della questura di Pavia, dopo che la sentenza è passata in giudicato.
L'uomo, già ai domiciliari dal 2021, sconterà la restante parte della pena (sino al 22 aprile 2028) nella casa circondariale di Torre del Gallo. Il reato di violenza sessuale è ostativo, cioè non si possono chiedere, in questa fase, misure alternative al carcere. L’uomo dovrà restare in cella minimo un anno, per il periodo cosiddetto di osservazione, poi il suo avvocato potrà chiedere alcuni benefici come l’affidamento in prova ai servizi sociali.
Gli episodi di violenza, secondo quanto è emerso dalle indagini, sono stati commessi tra il maggio 2019 e il gennaio 2021. In seguito alla denuncia presentata dai genitori dell’alunna, gli investigatori della squadra mobile di Pavia hanno accertato che il docente aveva carpito la fiducia della studentessa: con la scusa di farle approfondire alcuni temi di letteratura, la incontrava fuori dalla scuola. Sentendosi un’alunna «privilegiata», in un primo momento ha assecondato il professore, per poi cadere in una spirale di incontri di natura sessuale che le hanno causato via via sempre maggiori disagi, sino ad indurla ad una condizione di preoccupante anoressia.
La storia viene alla luce durante le sedute di psicoterapia che la studentessa decide a un certo punto di intraprendere. In queste sedute la giovane parla con la terapista anche di una relazione che da un po’ di tempo la disturba, con un uomo che è stato suo professore alle medie e che ha continuato a frequentare anche quando ha iniziato le scuole superiori.
L’adolescente spiega alla sua terapista di sentirsi plagiata dall’adulto, con il quale aveva iniziato uno scambio basato sulla sua passione per la letteratura, che con il tempo si era trasformato però in un rapporto di soggezione, da cui faticava a uscire.
La sentenza ha previsto per l’uomo anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e da incarichi, uffici, scuola, istituti pubblici e privati, oltre al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da minori e di svolgere lavori in contatto con minori per un anno.
Con la Cassazione è confermata anche la provvisionale di 70mila euro alle parti civili (ragazza e genitori), rappresentate dall’avvocata Alessandra Stefano. Su questo fronte è stato avviato anche un procedimento civile (seguito per la famiglia della vittima dall’avvocata Luisa Flore), che prevede il pignoramento dei conti e degli immobili dell’imputato ai fini del risarcimento.