Anziani malnutriti, al freddo, senza assistenza. Arrivano i Nas: chiusa la casa alloggio a Redavalle
Anziani in «pessime condizioni igienico sanitarie». La procura apre un fascicolo per il reato di maltrattamenti. Denuncia raccolta da “Le Iene” della tv. La titolare: «Ho sempre voluto il loro bene, è una vendetta»
REDAVALLE. Anziani lasciati senza il pannolone e ritrovati al mattino con il pigiama bagnato e sporco. Fette biscottate in una tazza con latte annacquato come pranzo o cena. Docce con l’acqua fredda. Un dipendente della struttura, ex detenuto del carcere di Pavia in affidamento in prova ai servizi sociali, ha filmato tutto con il cellulare, per giorni. La sua denuncia, inviata anche alla trasmissione “Le Iene”, oltre che ai carabinieri di Santa Giuletta, ha portato alla chiusura della struttura, “Il giardino dei nonni”, una Comunità alloggio sociale per anziani, in via Garibaldi a Redavalle.
La struttura, per la sua classificazione, poteva ospitare solo anziani autosufficienti, non essendo attrezzata per chi ha patologie che non lo rendono più autonomo. E invece i carabinieri, che hanno eseguito una ispezione insieme ai Nas e ai colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro, hanno trovato 11 anziani (a fronte di un limite di 4 posti) affetti da patologie come demenza senile e Alzheimer. Il Comune, con una ordinanza, ha così disposto la chiusura della casa alloggio, gestita da Liana Fasullo, una 59enne residente a Lungavilla. Sul caso la procura ha anche avviato una indagine con l’ipotesi di maltrattamenti.
L’ordinanza e l’ispezione
L’ordinanza dà 15 giorni di tempo (che scadono giovedì prossimo) al gestore della struttura di provvedere a ricollocare gli anziani, «tramite i servizi sociali, in accordo con i familiari e con gli eventuali amministratori di sostegno», nel più breve tempo possibile in altre strutture adeguate alla situazione degli ospiti.
Ieri c’erano ancora 9 anziani: i familiari hanno tempo fino al 4 aprile per trovare una sistemazione alternativa. A occuparsi di loro sono rimaste la titolare e una collaboratrice. «Ho sempre voluto il bene dei miei ospiti e non ho mai maltrattato nessuno – dice la titolare, Liana Fasullo –. Questa storia è una vendetta perché avevo licenziato il dipendente. I video? Ho dovuto spostare alcuni ospiti dalla struttura di Pieve Porto Morone, che gestisco, e quindi non ho avuto il tempo di organizzarci al meglio».
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Il sopralluogo dei carabinieri risale alla mattina del 20 marzo. I Nas, nella loro relazione, annotano tutte le criticità: «Gli ospiti si presentano in pessime condizioni, alcuni lamentano freddo vista la mancanza dell’impianto di riscaldamento e la tipologia di indumenti indossati e non in sicurezza, considerata la presenza di scale e senza una supervisione dell’operatore». Il sopralluogo nei locali, secondo i Nas, ha portato alla luce «pessime condizioni igienico-sanitarie, negli appartamenti al primo piano si riscontra la presenza di escrementi mal puliti sui pavimenti e forte odore di urina». In un ripostiglio i Nas hanno trovato un materasso sul pavimento, destinato al riposo di un operatore. «Dal punto di vista strutturale – si legge – gli appartamenti non si presentano in idonee condizioni considerando la presenza di prese elettriche senza copertura, assenza di dispositivi di sollevamento e presenza di barriere architettoniche anche all’ingresso della stessa, assenza di bagni attrezzati per la disabilità».
Il cibo
L’ispezione è proseguita in cucina: «Le condizioni igienico-sanitarie non sono idonee per la presenza di sporco diffuso. Non è presente illuminazione elettrica». Nei filmati registrati dal dipendente con il suo cellulare si vedono gli anziani alimentarsi da piatti con pochissimo cibo o da tazze di latte con qualche fetta biscottata. «Voglio ringraziare i carabinieri che sono intervenuti a porre fine ad una situazione di grande degrado umano – sono le parole della sindaca, Pierangela Compagnoni –. Il Comune ha emesso una ordinanza di sgombero ed stato svolto un sopralluogo dalla guardia comunale e dal geometra per accertarsi del rispetto dei tempi dell’ordinanza».