Anziani malnutriti e al freddo, la denuncia dell’ex dipendente della casa famiglia a Redavalle: «Ho visto l’orrore coi miei occhi»
REDAVALLE. «Ho visto l’orrore con i miei occhi. Nella mia vita ho commesso alcuni errori per i quali sto ancora pagando il mio debito con la giustizia, ma l’idea che qualcuno possa approfittare, per soldi, di persone così deboli mi fa ribrezzo. Per questo ho denunciato. Non potevo tacere». Gjorgi Kuzmanov, 44 anni, ha origini macedoni e una moglie e una figlia che lo aspettano nel suo Paese, dopo che avrà finito la pena per una storia di falsificazione di documenti. «Mi mancano due anni, che sto scontando con l’affidamento in prova – racconta –. Proprio per questo avevo cercato e trovato lavoro nella struttura di Redavalle, sei mesi fa. Mi sono trovato in una situazione assurda, che non avrei mai immaginato».
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Intanto Kuzmanov scopre che la struttura, una casa alloggio, ha pochissimo personale. «Praticamente c’ero io, un ragazzo tunisino non in regola con i documenti e una ragazza spagnola – è la sua versione –. Nessuno di noi era specializzato per occuparsi di anziani non autosufficienti. Io ero stato assunto come una sorta di tuttofare, sono cuoco di professione, invece mi dovevo occupare di vecchietti affetti da demenza e Alzheimer. E questo per 800 euro al mese, 24 ore su 24. Mi sentivo sotto ricatto, senza lavoro non potevo accedere al beneficio, così sono rimasto».
Nel frattempo l’uomo registrava, con il telefono, le situazioni più critiche che dovevano affrontare gli ospiti: docce con l’acqua fredda, pannoloni più larghi del normale o del tutto mancanti, cibo scarso o scadente. «Alla fine sono andato dai carabinieri – dice –. Però ho mandato i video anche alla trasmissione “Le Iene” e una troupe è venuta a Redavalle, a sentire la titolare».
A quel punto l’uomo ha chiesto al magistrato di sorveglianza il trasferimento a Brescia, dove ora è ospite di un amico e in cerca di un nuovo lavoro. «Ho già avuto tante offerte – dice –. In ogni caso sono contento di avere denunciato e che sia venuta fuori la verità, perché una realtà del genere non può restare in piedi. Anche la mia famiglia ha appoggiato la mia scelta. Nella vita ho fatto degli sbagli, ma mi ritengo un ex delinquente: non mi è mai venuto in mente di approfittare di persone deboli».
Ma se le condizioni sono quelle denunciate e mostrate nei video come è possibile che i parenti non si accorgessero di nulla? «Perché quando c’erano le visite dei parenti tutto sembrava bello, veniva tutto ripulito – racconta l’uomo –. D’altra parte stiamo parlando di anziani con patologie gravi, che a volte nemmeno ricordano i nomi dei familiari, non sanno nemmeno cosa hanno mangiato a pranzo o a cena. Sono persone che dimenticano anche le offese subite e proprio questo permette che realtà come questa possano andare avanti nel silenzio». m. fio.