Tassa rifiuti, aumenti per tutti a Pavia. Il rincaro medio sarà del 4,5%
L’effetto delle nuove tariffe approvate dalla maggioranza arriverà con il conguaglio di dicembre
Pavia. Con il conguaglio di fine anno gli oltri 42mila utenti pavesi, domestici e non, si troveranno a pagare per il 2024 una Tari più salata, mediamente del 4,5%. La delibera che prevede l’aumento delle tariffe relative al servizio di raccolta dei rifiuti è stata approvata nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, con 17 voti favorevoli arrivati dai banchi della maggioranza e i 10 contrari delle minoranze.
Naturalmente il +4,5% è il dato medio, che nel caso delle utenze non domestiche oscilla tra il 5 e il 6%, mentre per le famiglie dipende oltre che dalla superficie dell’abitazione anche dal numero di componenti: e se la parte variabile della tariffa (quella legata al numero di persone) ha subito una leggera riduzione, quella fissa, calcolata in base ai metri quadrati, è stata decisamente ritoccata verso l’alto (+12-13%). L’effetto complessivo dipende quindi dall’incrocio dei due fattori che determinano la spesa totale.
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Le riduzioni
Restano naturalmente le riduzioni già in vigore. Del 10% per le abitazioni con unico occupante e per chi effettua compostaggio domestico. Del 30% per le abitazioni tenute a disposizione o per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo, non superiore a 183 giorni all’anno; per abitazioni occupate da soggetti che risiedano all’estero; per i fabbricati rurali ad uso abitativo. E ancora, per le utenze non domestiche: riduzione del 30% per i locali e aree scoperte adibiti ad uso stagionale o non continuativo ma ricorrente; del 60% per le utenze che distano tra 500 e mille metri dal più vicino punto di conferimento, e dell’80% per quelle che si trovano a una distanza superiore; riduzioni in proporzione alla quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver effettivamente avviato al recupero.
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L’aumento è stato giustificato con la revisione del Pef (Piano economico finanziario), che è composto da due voci: il costo previsto da Asm per erogare il servizio e quelli esposti dal Comune per le attività relative a contenziosi, accertamento e la riscossione. Il dirigente del settore Giovanni Biolzi, dopo aver ricordato che sono state recepite le nuove indicazioni di Arera (l’autorità di regolazione) e che il precedente Pef 2022-25 non teneva conto dell’inflazione, rispondendo a una domanda del consigliere Roberto Rizzardi (Cittadini per Depaoli) ha detto che nel confronto con Asm il Comune è riuscito a limitare notevolmente le richieste della società multiservizio, che avrebbe chiesto «quasi 2 milioni di euro in più» rispetto a quanto concordato alla fine: «Da parte del Comune non ci sono stati cedimenti».
boom dei costi del comune
Risulta però che l’aumento del costo complessivo del servizio di raccolta dei rifiuti, che passa dai 12,9 milioni del 2023 ai quasi 13,5 previsti per il 2024, sia dovuto proprio al notevole aumento degli oneri stimati dal Comune per la gestione del servizio: addirittura i costi aziendali, cioè quelli dell’Asm, sono nel 2024 in leggera flessione rispetto all’anno scorso (10,5 milioni, circa 150mila euro in meno), mentre quelli che dovrebbe a quanto pare affrontare il Comune sarebbero aumentati di quasi 500mila euro (+17%), con una previsione di ulteriore crescita, nell’ordine di 200mila euro, nel 2025. Di più: se nel quadriennio 2022-2025 i costi aziendali resterebbero sostanzialmente invariati (mediamente attorno ai 10,7 milioni), quelli comunali schizzerebbero da 2,6 a 3,6 (+35%).
L’assessore Mara Torti ha aggiunto che la ripartizione dei costi tra utenze domestiche e non è rimasta invariata (per il 57,88% alle utenze non domestiche e per il 42,12% a quelle domestiche). Quanto al rincaro medio del 4,5% ha detto che gli incrementi stimati dall’Istat sono stati del 4,5% nel 2023 e dell’8,8% del 2024.