L’artista pavese Bressani “firma” il palio medievale di Asti
foto da Quotidiani locali
Ogni anno la città di Asti sceglie un maestro del Palio, in programma il 1° settembre, che viene incaricato di dipingere 2 drappi, uno per il vincitore e l’altro da offrire in omaggio alla Collegiata di San Secondo. I palii storici sono conservati nelle sale del quattrocentesco Palazzo Mazzola che ospita il Museo del Palio. Quest’anno il maestro del Palio è l’artista pavese Stefano Bressani.
Gli elementi del palio
Come vuole la tradizione i palii sono composti da due elementi essenziali: il “labaro” dipinto, che porta l’effige del Santo e le insegne della Città di Asti e il “Palio” propriamente detto, costituito da una lunga pezza di velluto cremisino congiunta al “labaro”. Il Palio si misura in “rasi”: sedici per il Palio della corsa, dieci per il Palio offerto alla Collegiata. Il raso, antica misura piemontese, corrisponde a sessanta centimetri. Stefano Bressani, artista delle stoffe, come è stato definito, ha realizzato due palii coloratissimi dove è evidente la sua cifra stilistica, ripresa anche nell’aggiunta al palio dei bottoni, che rimandano all’idea sempre presente nelle sue opere di riciclo e di sartoria artigiana. L’immagine è idealmente divisa in 3 scene principali: la natura, il territorio e il divino. La scena di lotta (la natura) è una scena dinamica.
Tre sono i cavalli, sintesi della perfezione e dell’equilibrio, e uno è il Capitano, che rappresenta la forza e la determinazione come icone, condottiero di un impegno che è in quel giorno solo il risultato di tanti giorni. La polvere, che dagli zoccoli sale rumorosa, inneggia la fatica ma allo stesso tempo non nasconde la scena che dietro avviene concitata tra una folla di persone che esultano. La scena di architettura (il territorio) ossia Asti, che si mostra gioiosa attraverso il colore delle sue antiche forme: le torri, le mura e i merli sulle sommità, tra archi e porte che lasciano intravedere in piani secondi e quinte sceniche, celati paesaggi senza troppo svelare; quasi come se volessero invitare il visitatore a scoprire la Città di Asti oggi. La scena del santo (il divino) San Secondo, in vesti di “Guerriero della pace”, che sorregge la sua spada come un crocifisso in segno della sua benedizione e si appoggia con la mano sinistra sulle mura della città di Asti. —