Maltempo, Padova e provincia in allerta rossa. Pronti all’uso 14 mila sacchi di sabbia
Lunedì 20 maggio un vertice in Prefettura per il piano d’emergenza. Preoccupa la possibile evoluzione del Bacchiglione
Si ripiomba nell’ansia scrutando il cielo. Le previsioni annunciano delle forti perturbazioni nelle stesse zone teatro di allagamenti e smottamenti dei giorni scorsi, in molti punti non ancora del tutto risolti. Padova ritorna in zona rossa per il maltempo e lunedì 20 maggio per essere pronti all’eventuale ennesima emergenza si è svolto un vertice in Prefettura, seguito poi da un tavolo comunale di gestione della situazione.
Temporali sono previsti nelle prossime ore con precipitazioni maggiori nelle zone prealpine, questo significa che interesseranno il Bacchiglione. Saranno meno intense di quelle dei giorni scorsi, da oggi a venerdì. Arpav, vigili del fuoco, Protezione civile, tecnici del Genio Civile e dei Consorzi di bonifica erano presenti al vertice e sono in allerta pronti ad intervenire ognuno per le proprie competenze con la regia della prefettura. Il coordinamento è stato fatto ieri pomeriggio a Palazzo Santo Stefano anche alla presenza di tutte le forze dell’ordine e dei sindaci.
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Il 118 ha aumentato i mezzi a disposizione, la mappatura delle persone fragili del Padovano è stata trasmessa al 118 dall’Usl 6, in caso di allagamento si saprà già chi ha bisogno e dove si trova. Nei singoli ospedali sono già previsti dei posti letto che eventualmente saranno occupati da chi ne avrà bisogno, sempre le persone più fragili e ammalate.
Preoccupa la situazione di fiumi e canali, se si ingrosseranno ancora, saranno a rischio gli argini, inzuppati dalle precipitazioni dei giorni scorsi e dal livello dell’acqua rimasta alta per giorni.
La Protezione civile provinciale, coordinata dalla consigliera Daniela Bordin è al lavoro per preparare 14 mila sacchi di sabbia. «Siamo impegnati a Monselice e Vigodarzere con le macchine insacchettatrici», assicura. «I volontari sono stanchi, allo stremo delle forze dopo giornate lunghissime. I sacchetti saranno pronti per essere portati dove ce ne sarà bisogno. In prospettiva preoccupa il Bacchiglione visto che le precipitazioni maggiori si avranno nella fascia Pedemontana. Ma ieri nel vertice in prefettura si è anche parlato della criticità del Muson dei Sassi e del Fratta. Questi due giorni di sole non hanno asciugato del tutto gli argini che sono ancora molto fragili».
Persistono dei punti critici, non ancora risolti dall’ultima ondata. A Megliadino San Vitale in via Gioachin, verso Valli Mocenighe, lunedì c’era ancora più acqua del giorno prima. In pericolo c’è un allevamento bovino da 2.800 capi completamento allagato. Quasi tutti i tori sono stati spostati con i camion in altre stalle, ne restano circa 200. Alcuni vitellini sono morti. È stata evacuata anche l’abitazione dei guardiani delle stalle. Preoccupa anche la vicina locanda Ca’ Vejo, dove anche ieri l’acqua arrivava alle finestre e non si era capaci di entrare all’interno.
A Campodarsego ha ceduto il tetto di una casa e dopo l’opera dei volontari sta intervenendo un’impresa edile. Finito il controllo degli argini lungo il Muson dei Sassi, sono stati sistemati alcuni smottamenti e frane. Ad Anguillara preoccupava una fessurazione sull’argine del Fratta, monitorata costantemente dal Genio civile.