Disegna biscotti, pizza e pasta: da Udine a New York, l’arte di Marianna Fierro conquista gli Stati Uniti
foto da Quotidiani locali
Nella pizzeria di famiglia si rifugiava dopo una lunga giornata passata a scuola, al liceo classico europeo Uccellis, «più a mangiare che per aiutare», ammette. Eppure, quell’imprinting di profumi e sapori di casa sarà inaspettatamente decisivo nella vita e nella carriera di Marianna Fierro, tanto da meritare un articolo sulla blasonata rivista americana Forbes.
Trapiantata in America dall’età di 16 anni, la designer udinese, oggi 32enne, alla ristorazione non aveva mai puntato, limitandosi a cucinare per gli amici frittate e frico, piatti apprezzati dai palati statunitensi. Ma sono pasta e pizza le maestose protagoniste dei suoi deliziosi disegni, recentemente presi in prestito per una elegante sciarpa di seta firmata Echo, in edizione limitata (100 esemplari): sul fondo blu risaltano ziti e farfalle, un allegro omaggio alle radici italiane di questa versatile artista.
«Sono cresciuta circondata dal buon cibo, dal sentimento dello stare assieme a tavola, ereditato dal papà di Tramonti, sulla costiera amalfitana, e dalla mamma friulana, di Cividale. È stato anche un modo per fare amicizia negli Stati Uniti, dove sono approdata a soli 16 anni per uno scambio di studio».
Non tornerà più, in Italia, se non per visitare la famiglia, due volte l’anno: quell’esperienza in famiglia, con la quale è rimasta in contatto, alle superiori, infatti, le ha cambiato la vita. «Volevo fare il procuratore di calcio e laurearmi in Giurisprudenza, invece, in quel semestre capii che negli Usa si può fare una carriera creativa guadagnando anche bene. In Italia l’indirizzo Visual Comunication designer e fotografia era sperimentale, per cui sono rimasta a studiare nel Paese a stelle e strisce».
Dalla fredda New York si trasferisce, dopo sette anni tra agenzie e lavoro autonomo, a Los Angeles («l’inverno lì era davvero troppo lungo»), città dove Fierro esprime tutta la sua creatività. «Ho scelto di vivere in un quartiere simile a quello dove stavo prima, a Brooklyn. Davanti casa ho il mercato dei contadini, giro a piedi per fare la spesa», magari per compare patate e formaggio per il frico, che è un po’ il suo “lasciapassare” nella società: «Lo cucinavo sin dai tempi dell’università, in Ohio, ed è sempre gradito da tutti».
Le sue illustrazioni si trovano in ristoranti, marche di abbigliamento, accessori del mondo del cibo. Negli oggetti, dalle tazze alle calamite, dall’abbigliamento per bambini alle tovagliette che vende on line. La designer friulana, negli ultimi tempi propone anche simpatici eventi nei wine-bar, a base di vino, snack… e matite. «Consegno le mie illustrazioni agli avventori, con magnetini personalizzati con il branding della serata. Colorando assieme, si fa “comunità” e si lascia libero sfogo alla fantasia e a quella manualità così sacrificata dal lavoro digitale». L’artista organizza dei veri tour di “Sip and sketch” in diverse location, dagli eleganti bordo piscina della California ai pub e negozi cittadini, momenti in cui ci si ritrova per disegnare e bere qualcosa.
A breve esporterà la simpatica idea di aggregazione anche a Udine. Probabilmente esordirà a casa sua, nella pizzeria “Cantinafredda” dove ha trascorso l’infanzia e dove oggi ritrova i volti più cari: i genitori, suo fratello, gli amici di sempre.