Marghera, ecco i nuovi rider della droga. Ordini e consegne in piazze e park affollati
I clan dello spaccio utilizzano sempre più spesso giovani incensurati che smerciano in auto vicino ai centri commerciali
L’arresto del giovane albanese con oltre trecento dosi di cocaina pronte per essere vendute (e indagato anche perché sospettato di aver ceduto la droga che ha ucciso Cristian Trolese, il giovane rapper di Camponogara), non rappresenta una novità. Il ritorno sulla strada degli albanesi si registra da almeno un anno. Un ritorno da “nomadi” dello spaccio che nel modus operandi ricordano molto il lavoro dei rider delle consegne.
In realtà i clan del Paese delle aquile negli ultimi anni non si sono occupati solo dei grandi traffici, ma anche di una gestione locale dei carichi di stupefacente che arrivavano a Nordest. Si sono serviti di connazionali di seconda generazione in Italia come piccoli corrieri, ma soprattutto per utilizzare le loro abitazioni quali depositi, quando arriva la droga. I nuovi spacciatori albanesi sono tutti giovani e arrivano direttamente dal loro paese su richiesta dei clan.
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I capi li riforniscono di un’auto a noleggio, in caso di droga trovata all’interno, la vettura non viene sequestrata. Oltre all’auto viene fornito loro un pacchetto clienti e la cocaina in palline. L’ordine è quello di non scegliere una zona in particolare ma di spostarsi in continuazione in modo di non attirare troppo l’attenzione delle forze di polizia e di evitare scontri con altri gruppi che sono presenti sul territorio.
Quindi vanno da Marcon a Mestre poi a Marghera compresa l’area dei centri commerciali. Prediligono i parcheggi delle grandi strutture commerciali per il fatto che non vengono notati quando fanno la consegna. E di consegna si tratta visto che raccolgono l’ordine al telefono e come un rider poi portano la sostanza al cliente. Un continuo girare che rende difficile il lavoro degli investigatori delle forze di polizia quando questi devono pedinarli. Quando arrivano, su chiamata dal capo clan, sono incensurati, non conoscono una parola di italiano.
Se vengono scoperti e anche se solo denunciati vengono tolti dalla piazza e hanno finito di lavorare. I parcheggi dei vari centri commerciali, come quello della Nave de Vero, sono preferiti dagli spacciatori rider perché frequentati da molti giovani come loro e possibili consumatori. Finito il giro delle consegne affidate non è detto che restino a “lavorare” da noi. O vengono spostati in altre piazze oppure sono rispediti in patria in attesa di una nuova chiamata. Difficile trovarli con tanta droga addosso come il ragazzo arrestato con le trecento dosi di cocaina addosso.
Ma gli spacciatori albanesi rider non sono l’unica novità del mercato della droga locale. Da poco più di un anno, lo spaccio che interessa le aree dei centri commerciali, infatti, riguarda anche una parte della zona industriale di Marghera. È l’effetto della spinta che le forze dell’ordine hanno esercitato su via Piave e dintorni. Una spinta che dura da quasi un anno e che ha spostato su Marghera e dintorno la gran parte del mercato della droga. In particolare queste zone sono diventate le aree preferite dai pusher tunisini che hanno dovuto abbandonare quasi completamente la piazza mestrina per gli arresti fatti dalle forze di polizia e i conseguenti rimpatri, ma anche per evitare di doversi confrontare con i nigeriani che restano i veri signori del mercato.