E’ morto Gianni Cavagnis, storico massaggiatore alla Reyer degli anni d’oro 

«Per me era come un fratello maggiore. Abbiamo vissuto stagioni importanti con la Reyer, a cui lui era affezionato, negli anni d’oro di Ligabue e Carrain».

Così Stefano Gorghetto, bandiera granata degli anni Ottanta, ricorda Gianni Cavagnis. Lo storico massaggiatore della squadra che aveva seguito per più di 25 anni, dal 1971 al 1996, anno della promozione in A1 e del fallimento. Gianni aveva 85 anni, era da qualche anno ricoverato in una casa di riposo a Treviso. Gorghetto lo ha seguito con amore fino all’ultimo, insieme all’amministratore di sostegno Maria Bortoletto, avvocato di Montebelluna.

Con Cavagnis scompare un pezzo importante di storia della Reyer. Era nato nella città storica, al ponte delle Guglie, ed era entrato da giovane nella squadra veneziana, che allora giocava ala Misericordia. Per le sue mani sapienti di fisioterapista erano passati campioni che hanno fatto la storia della Reyer, come Dalipagic, Haiwood, Carraro e lo stesso Gorghetto, Della Fiori, Serafini. Anni d’oro, con finali di coppa giocate dalla Reyer, la clamorosa sconfitta in coppa Korac a Barcellona. E poi il palasport dell’Arsenale, il trasferimento della società da Venezia a Mestre, per Gianni una grande delusione.

Con i giocatori che curava, Cavagnis instaurava rapporti di grande vicinanza e amicizia. Per lui, poco tempo fa, gli ex reyerini insieme ai tifosi si erano riuniti a Santi Apostoli raccogliendo fondi. Con Gorghetto c’erano anche Manuel Guadagnino, altra bandiera della Reyer di Cannaregio, il capo degli ultras Gino “Carteo”. «Gli volevano bene tutti», ricorda Gorghetto, «lui era un punto di riferimento, il collegamento tra lo spogliatoio e gli allenatori».

Il grande Tonino Zorzi, scomparso anch’egli da qualche mese. E gli altri. «È stato lui a dare il soprannome di Frank a Francesco Vitucci, allora aiuto allenatore di Zorzi». Cavagnis era il volto allegro della squadra granata.

Conosciuto anche dai vertici delle supersquadre di allora, l’Ignis e il Simmenthal. Una sorta di “padrone di casa” che pur avendo il ruolo di “massaggiatore”, rappresentava il cuore reyerino e la passione per il basket. Negli ultimi Gianni, malato e solo, si era ritirato nella Casa di riposo a Treviso. Una lunga malattia che lo ha alla fine vinto.