La guerra in Medio Oriente mette in ginocchio i vetrai di Murano
Lo chiamano “effetto farfalla” e consiste nel fatto che un battito d’ali in un punto anche remoto del mondo, può essere avvertito e avere delle conseguenze anche nell’estremo opposto.
Così, per lo stesso principio, anche la crisi di Suez sta facendo vacillare i mastri vetrai, come denuncia Matteo Masat, direttore di Confartigianato Venezia.
«Eventi imprevedibili quanto complessi, seppur lontanissimi, hanno ricadute dirette su questo fragile ma importante comparto», spiega, sottolineando come l’ennesimo allarme sulle importazioni di gas dovute alla crisi di Suez stia nuovamente scuotendo e mettendo in difficoltà il già fragile settore del vetro, che non ha mai avuto tregua negli ultimi anni.
Prima il Covid, poi l’incremento spropositato delle bollette legato al conflitto in Ucraina e, infine, l’incertezza per lo scenario bellico in Medio Oriente.
«Purtroppo è un susseguirsi di situazioni. I continui problemi e rischi per le forniture, dovuti ad eventi imprevedibili quanto complessi come questi hanno ricadute dirette su questo fragile ma importante comparto. Senza aver chiaro come possa evolversi la situazione, cos’altro possa accadere, per chi lavora il vetro è diventato quasi impossibile gestire in prospettiva i costi d’impresa, legati in grandissima parte ai prezzi delle utilities dell’energia», continua Masat.
Se il problema, un anno e mezzo fa, era far fronte all’aumento del costo dell’energia, che aveva fatto schizzare le bollette alle stelle, ora la difficoltà per le aziende è quella di programmare la propria attività, sia dal punto di vista delle forniture che rispetto alla clientela. Fare dei preventivi o dei listini prezzi diventa così sempre più difficile e rischioso. «Il rammarico è che questi eventi imprevedibili e lontani non possono essere pianificati o previsti nella strategia d’impresa eppure sono talmente impattanti da mettere a serio rischio l’attività produttiva», continua.
Una volta constatate le difficoltà, Masat passa alla proposta per far fronte alla situazione: l’istituzione di un fondo speciale a rotazione per aiutare questo micro comparto produttivo, prestigioso per l’Italia e uno dei simboli del made in Italy.
«Creare un fondo d’emergenza specifico che intervenga nel momenti di shock da super prezzi nel mercato dell’energia per non bloccare le produzioni. Un’ipotesi di progetto sulla quale siamo disponibili a discuterne e provare a condividerne gli obiettivi in tutte le sedi istituzionali».