Lite tra dirigente e imprese, i lavori all’ex ospizio Contarini vanno a rilento
Troppe baruffe nei cantieri dell’ex ospizio Contarini tra la direttrice dei lavori, indicata dall’Ipav, e i rappresentanti delle imprese vincitrici dell’appalto.
La direttrice non ne vuole più sapere, i rappresentanti dell’azienda lo stesso e così l’Ipav, proprietario dell’immobile, decide di rimuoverla dall’incarico.
La revoca dell’incarico
«I forti contrasti», si legge nell’atto di revoca, «sembrano diventati insostenibili».
È stato questo uno degli ultimi atti firmati dal segretario generale dell’Ipav, Francesco Pivotti, che da pochi giorni è andato a lavorare all’Usl di Treviso ed è stato sostituito da Elena Fongher.
Storia tortuosa quella dell’ex ospizio Contarini, immobile destinato ad ospitare alloggi per gli anziani. Dal 2013 al 2019, anno in cui è arrivato lo sgombero, è stato il ritrovo di un collettivo di anarchici.
Poi l’ex ospizio di Fondamenta della Teresa a Santa Marta è rientrato nella piena disponibilità dell’Ipav - che già lo aveva tolto dal piano delle alienazioni - diventando oggetto di un piano di recupero a lungo fermo, e non solo per il covid. La ditta che aveva vinto la gara nel 2021, visto l’impennata dei costi delle materie prime, si era fatta da parte. E anche la seconda arrivata aveva deciso di rinunciare.
E così Ipav aveva dovuto rifare tutto da capo, rivedendo anche i costi.
L’appalto a marzo 2023
Nel marzo del 2023 l’ente ha assegnato l’appalto integrato per la progettazione esecutiva e la fase dei lavori per il recupero dell’ex ospizio - per un valore di 2 milioni e 140 mila euro - all’associazione temporanea di imprese composta da Errico costruzioni, società veneziana, e Zero4uno Ingegneria, con sede a Dorsoduro. Ma dopo pochi mesi - almeno a leggere il decreto del segretario generale dell’Ipav - i rapporti tra l’impresa e la direttrice dei lavori incaricata, una dirigente del settore tecnico di Ipav che è anche Responsabile unico del procedimento (Rup)si sono fatti piuttosto tesi.
Nell’atto di revoca del segretario generale si legge infatti che «i forti contrasti e la tensione esistente» con le imprese per «l’importantissima opera di ristrutturazione dell’Ospizio Contarini, sembrano diventati insostenibili».
I contrasti - prosegue il documento - sono continui e «coinvolgono continuamente anche la direzione dell’Ente che non ha strumenti per intervenire con immediatezza evitando che l’esasperazione dei rapporti crei gravissimo danno, come minacciato dalla Rti (Rete temporanea di imprese)».
Per cercare di «dirimere i torti e le ragioni delle continue schermaglie, che paralizzano i rapporti tra il rappresentante dell’Ente ed i rappresentanti dell’impresa, sarebbe necessario disporre una consulenza tecnica con ulteriore aggravio di spese, ma soprattutto con ulteriori importanti ritardi che, ove venissero poi addebitati all’Ente, sarebbero forieri di gravissimo danno».
Per sbloccare la situazione di stallo
E quindi, che fare di fronte a questa situazione di stallo? Per «sbloccare la situazione determinatasi, anche al fine di evitare il rischio di ricadute negative nei confronti dell’Ente anche sotto il profilo economico», prosegue l’atto, «si ritiene necessario dividere tra due professionisti i ruoli di direttrice dei lavori e responsabile unico del procedimento».
Anche perché era stata la stessa dirigente, tramite il suo legale, a chiedere la revoca dell’incarico - sempre stando alla versione dei decreti, l’unica ricostruzione possibile al momento di questa vicenda che testimonia la tensione intorno a questo progetto. Una nuova direttrice è stata nominata. E intanto i tempi per vedere conclusi gli alloggi nell’edificio del 1492 rischiano di allungarsi, ancora una volta.