Il ticket d’accesso a Venezia decuplicherà gli incassi del Comune
Un incasso di oltre quattordici milioni e duecentomila euro tra il 2025 e il 2026. Al netto, ovviamente, dei costi. Fa sette milioni e centoventi mila euro l’anno: dieci volte tanto quanto il Comune ha previsto di incassare nel 2024 (a bilancio sono inseriti infatti 700 mila euro).
La previsione di bilancio stilata da Ca’ Farsetti per i prossimi anni rende al meglio il concetto di “sperimentazione” utilizzato dalla giunta a proposito delle 29 giornate durante le quali in quest’anno solare, dal 25 aprile fino a fine luglio, entrerà per la prima volta in vigore il contributo d’accesso. Sperimentazione, appunto. E quindi obbligo sì di prenotazione ma, di fatto, per i weekend più caldi dei mesi compresi tra aprile e luglio; “flat tax” a cinque euro per i visitatori che non rientrano nelle categorie di esenti ed esclusi; fasce orarie.
Al termine della sperimentazione, però, il Comune farà il punto. Sarà tarato il meccanismo e messe a punto le opportune modifiche. Insomma, il sistema di gestione dei flussi pensato dalla giunta Brugnaro entrerà a pieno regime. E quindi: crescita del numero di giorni in cui il ticket sarà in vigore, addio “flat tax” a cinque euro e diversificazione delle tariffe in base alle giornate e agli orari (dai 3 ai dieci euro). Da qui, una previsione di bilancio di sette milioni e duecento mila euro per il 2025 e di altrettanti per il 2026. Al netto, ovviamente, dei costi. Anche questi, infatti, sono destinati ad aumentare: basti pensare ai controlli che dovranno essere effettuati (a campione) per un numero di giornate ben superiore alle 29 fissate per quest’anno.
«Si tratta comunque di cifre indicative», spiega l’assessore al bilancio Michele Zuin, artefice della misura insieme all’assessore al turismo, Simone Venturini, «finché il meccanismo non parte è difficile fare previsioni».
Sta di fatto che, almeno per il momento, il Comune prevede di incassare 700 mila euro per il 2024 e dieci volte tanto nei due anni successivi.
Previsioni diverse, almeno per l’anno corrente, arrivano dall’osservatorio nazionale Jfc che sul Sole 24 Ore ha detto la sua sulla sperimentazione che inizierà tra due mesi: «Il 2024 è anche l'anno dell'introduzione, a Venezia, del nuovo contributo d'accesso varato quest'anno per 29 giornate, grazie al quale è stimato un incasso, per la città lagunare, di 4 milioni 800mila euro», le parole di Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc.
Il tesoretto del Comune, comunque, è destinato ad aumentare. E non solo dal contributo d’accesso ma anche dall’altra entrata derivante dal turismo: la tassa di soggiorno.
Pochi giorni fa è arrivato il via libera in commissione al Senato a una risoluzione di Forza Italia sui criteri per l'applicazione della tassa di soggiorno che tra le novità prevede che i proventi vadano investiti dai Comuni, per almeno buona parte, sul turismo stesso.
«Si tratta di una risorsa importante per il Comune, Forza Italia nel suo ordine del giorno prevede che i criteri di investimento siano più stringenti, resta comunque una tassa di scopo destinata al turismo», conferma l’assessore al bilancio Michele Zuin, coordinatore di Forza Italia.
Allargando lo sguardo sul resto d’Italia, dall'Osservatorio Nazionale sulla Tassa di Soggiorno di Jfc arrivano i calcoli su quanto varrà questo «tesoretto» nel 2024: «Per il 2024 negli incassi della tassa di soggiorno», continua Feruzzi, «è previsto un incremento del +7,2% del gettito, che arriverà a 846 milioni di euro». Jfc ha reso noti anche il consuntivo finale del 2023: l'incasso finale è stato pari a 790 milioni con un significativo +25,7% rispetto agli introiti del 2022.
Tra le città d'arte, quelle che hanno avuto i maggiori incrementi sono state Firenze (69,7 milioni e un +64,1%), Roma (181 milioni stimati con +36,7%) e Napoli (17 milioni di incasso, +33,2%). «Infine - dice ancora Feruzzi - con l'applicazione della Finanziaria 2024, se Airbnb rispondesse in toto alla disposizione normativa si potrebbero incassare, solo da questa piattaforma, ben 167,6 milioni di euro».
I numeri del bilancio
Numeri in crescita anche per la tassa di soggiorno incassata dal Comune di Venezia. Un dato evidente soprattutto se si confronta il 2019 con il 2023, e cioè l’ultimo anno precedente alla pandemia (e quindi alla scomparsa del turismo) con l’anno appena conclusosi che ha segnato un ritorno in pompa magna del turismo nella città di Venezia.
In particolare, nel 2019 il Comune aveva incassato 36,8 milioni di euro dalla tassa di soggiorno. Il dato era crollato nel 2020 con appena 7 milioni di euro. Nel 2021, l’incasso era stato di 14,6 milioni di euro, diventati poi 33,7 milioni nel 2022 e 38 milioni e 192 mila euro nel 2023. Per il 2024, la previsione è di 37 milioni di euro. Una cifra però prudenziale, come sottolinea l’assessore al bilancio, Michele Zuin: «Le previsioni sono sempre caute».
Va ricordato che l'imposta di soggiorno è determinata per persona e per notte, è applicabile per un massimo di 5 notti consecutive ed è articolata in maniera differenziata tra le strutture ricettive in funzione di: tipologia (strutture alberghiere, complementari, ricettive all'aperto, locazioni turistiche), classificazione (stelle, categorie, leoni, categoria catastale), ubicazione nel territorio (centro storico e Giudecca, isole con principale vocazione ricettiva, Isole della laguna e Terraferma). Gli importi variano da uno a cinque euro al giorno a seconda, appunto, della tipologia e della stagione.
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Come funzionerà
Varchi nei principali punti di accesso della città e in funzione dalle 8.30 di mattina alle 16, obbligo di prenotazione (e pagamento) nel portale online, ingressi differenziati tra residenti e visitatori giornalieri, controlli a campione. Dal 25 aprile – e per 29 giornate individuate fino a luglio tra weekend e ponti festivi solitamente più affollati – Venezia diventa la prima “città su prenotazione” al mondo.
Dopo anni di rinvii e tira e molla, la giunta comunale ha presentato il calendario del contributo d’accesso che dalla prossima primavera farà il suo esordio sotto forma di sperimentazione. Obiettivo della giunta targata Brugnaro è di «porre un freno all’escursionismo giornaliero mordi e fuggi e di individuare un nuovo equilibrio tra residenti e visitatori».
I residenti al di fuori del Veneto che intendano raggiungere la laguna nei giorni individuati dalla giunta dovranno prenotarsi e pagare 5 euro. Esentato invece chi risiede nella Città metropolitana e in Veneto: per loro vigerà solo l’obbligo di prenotazione.
Modalità particolari per coloro che si recheranno in visita a persone residenti in città o nelle isole. La richiesta di esenzione dovrà essere effettuata non da chi va a visitare amici e parenti ma da chi risiede. Nessun controllo previsto invece per i tifosi in trasferta che parteciperanno a eventi sportivi (ad esempio allo stadio Penzo di Sant’Elena) e che utilizzeranno le linee dedicate del trasporto pubblico per raggiungere lo stadio.
Tre milioni stanziati dalla giunta per far funzionare il meccanismo, 700 mila euro gli incassi previsti dal Comune per il primo anno di sperimentazione. Ecco le 29 giornate individuate per l’applicazione del contributo: 25, 26, 27. 28, 29, 30 aprile; 1, 2, 3, 4, 5 maggio; i weekend dell’11, 12, 18, 19, 25 e 26 maggio; l’8, 9, 15, 16, 22, 23, 29, 30 giugno; 6,7, 13, 14 luglio.
Come si vede, a parte il ponte del 2 giugno, a partire dal 25 aprile e fino al ponte del primo di maggio si tratta dei weekend fino al 14 luglio. Il «cuore del sistema» è la piattaforma multilingua all’indirizzo: www.cda.ve.it.