Boom di affitti abusivi: a Venezia 6 milioni di redditi in nero, pugno duro della Finanza
Redditi non dichiarati per oltre sei milioni di euro nell’ultimo anno. Centoquarantuno strutture abusive scoperte.
Circa 500 irregolarità amministrative, 75 segnalazioni per l’omessa comunicazione di ben 600 alloggiati nel territorio del Comune. Infine, quattordici lavoratori in nero scoperti.
È un bilancio in crescita, quello stilato dalla Guardia di Finanza di Venezia sui controlli realizzati nell’ultimo anno sul settore delle locazioni turistiche in città. Un’attività che tuttavia non conosce un freno, se si considera il numero costantemente in crescita degli annunci (che ormai hanno superato gli ottomila in tutto il Comune).
I controlli coinvolgono più enti e si concentrano sugli aspetti fiscali, ma anche sul rispetto della normativa in tema ambientale oltre che degli adempimenti amministrativi previsti della legge.
«Ecco perché per un fenomeno così vasto - spiega Giovanni Salerno, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Venezia -. Occorrono analisi integrate e in definitiva un maggior dialogo tra le banche dati per garantire il rispetto della normativa e più in generale della sicurezza della città».
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Nelle due settimane di Carnevale, a fronte di controlli serrati da parte dei militari sono state riscontrate sei strutture abusive, due con una capacità ricettiva superiore a quella dichiarata, 39 irregolarità amministrative.
Che i controlli in materia siano piuttosto complicati, lo dimostra il fatto che spesso e volentieri è difficile distinguere il confine tra chi compie attività imprenditoriale da chi invece semplicemente affitta la propria casa e la pubblicizza sulle piattaforme online.
«Per questo - aggiunge il comandante - spesso è difficile ricostruire anche il volume d’affari delle attività».
Da un anno e mezzo a questa parte, però, risultati positivi (almeno sul fronte degli accertamenti fiscali) sono arrivati dal software perfezionato dalla Finanza capace di incrociare una marea di dati, provenienti da fonti aperte e da banche dati, per individuare le locazioni turistiche in odore di abusivismo.
Una filosofia di indagine che viene applicata da cinque anni al Comando provinciale delle Fiamme gialle, ma diventata ancora più efficace grazie ad un algoritmo studiato dal maggiore Aurora Restivo, esperta informatica, del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Mestre.
Il software, chiamato Dogale, permette, non solo di identificare locazioni turistiche e b&b potenzialmente abusivi, ma anche solo con posizioni irregolari o con una posizione irregolare.
L’applicativo, sviluppato “in house” non utilizza banche dati a pagamento ma può indicare strutture pubblicizzate online che non risultano nei database ufficiali.
Il software è in grado di acquisire le informazioni presenti sui maggiori siti di prenotazione online, per poi incrociarle con i dati ufficiali messi a disposizione dalla Polizia locale veneziana. Il software valuta le strutture attraverso degli indicatori di rischio: numero di recensioni degli utenti, giudizi, posti letto, imposta di soggiorno.
Quindi le confronta con quelle censite nel database comunale delle strutture che pagano l’imposta di soggiorno, con la lista di chi dichiara reddito derivante dall’affitto di stanze a turisti e con le interrogazioni condotte sulle banche dati anagrafico-tributarie. Ma non solo. Infatti vengono inserite anche le indicazioni ottenute dai questionari fatti a campione ai turisti in partenza e che riguarda il luogo di soggiorno, se hanno pagato la tassa di soggiorno e in che tipo di struttura hanno alloggiato.
Lavoro, questo, che viene svolto dagli agenti della Polizia locale in particolare in piazzale Roma e davanti alla stazione di Santa Lucia. Mediamente sono una ventina di questionari al giorno. Dall’incrocio di tutti i dati, si ricava una rete in grado di far emergere quelle situazioni di sommerso che drogano il mercato facendo concorrenza sleale.