Ponte di Calatrava, lastre in vetro con i mesi contati. Il Comune avvia l’indagine per sostituirle
Le lastre in vetro del ponte di Calatrava hanno i mesi contati. O almeno questa è la speranza del Comune di Venezia, e non solo. Basta chiedere a chi, per un motivo o per l’altro, quel ponte è costretto ad attraversarlo tutti i giorni, compresi quelli in cui piove.
Basta mettere un piede nel posto sbagliato, cioè fuori dalla striscia centrale di porfido, è la caduta è (quasi) assicurata. Come non bastasse, tanti gradini – una quarantina – sono ormai danneggiati e rappezzati con resina di varie sfumature.
Così ora si intende correre ai ripari. Nei prossimi mesi, infatti, il Comune affiderà un incarico ai tecnici per verificare cosa comporterà la sostituzione del vetro con delle lastre in trachite. In sostanza, bisognerà capire cosa potrebbe succedere a una struttura pensata e progettata in un certo modo se dovessero essere aggiunti degli intarsi più pesanti.
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«Sono già stati realizzati degli importanti interventi», spiega l’assessore ai lavori pubblici, Francesca Zaccariotto, «ora dovremo avviare una indagine di carattere strutturale. Una volta capito come si potrebbe modificare il peso e la capacità di carico della struttura, decideremo se rifare tutti i gradini e, in un’ultima battuta, procederemo con la sostituzione».
Nell’estate scorsa, del resto, il via libera a un ripensamento del ponte era arrivato dallo stesso architetto catalano, Santiago Calatrava, che si era detto disponibile ad alcune modifiche al progetto.
A distanza di 15 anni dall’inaugurazione l’architetto era tornato a Venezia per affrontare in prima persona la questione. Al centro del confronto con l’assessore ai lavori pubblici era finita proprio la sistemazione del ponte più discusso della città. Basta fare una camminata per rilevare lo stato di degrado di molti dei gradini di vetro, una ventina quella danneggiati, alcuni con le lastre proprio in frantumi.
Vengono cambiati periodicamente, e periodicamente si rompono sotto il peso dei trolley e delle valigie. E anche dei carretti dei portabagagli che non potrebbero attraversarlo ma che passano lo stesso. A dire il vero è almeno dal 2020 che il Comune ha in mente di sostituire i gradini in vetro – pericolosi, scivolosi d’inverno e molto costosi da mantenere – con gradini in trachite.
Con il rischio da un lato di azzoppare l’anima del ponte, dall’altro di salvare le gambe di veneziani e turisti. Senza contare il fatto che il prezzo per la sostituzione di ogni gradino varia da 4 a 7 mila euro.
Oltre alla sostituzione dei gradini è in fase di studio anche un nuovo sistema di illuminazione che valorizzi il profilo del ponte in acciaio e vetro. Anche di questo, se ne parlerà nei prossimi mesi. Nella speranza che quel ponte, snodo cruciale per i collegamenti tra la stazione e piazzale Roma, possa finalmente diventare sicuro per i passanti.