Tassa d’imbarco sull’aeroporto di Venezia, nuovo scontro a distanza tra Brugnaro e Marchi
«Abbiamo bisogno di quei soldi, c'è una legge. Qualcuno si è arrabbiato - il presidente della Save, Enrico Marchi ndr. - non so cosa farci, io so che l'aeroporto è ben gestito, non ho nulla da rimproverare alla dirigenza, ma nel suo ricorso Save ha scritto che quella tassa avrei dovuto caricarla sui cittadini veneziani». Lo ha detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, presente all'inaugurazione del nuovo laboratorio di Veritas a Mestre, in merito al contenzioso sull'imposta di imbarco applicata ai passeggeri che transitano all'aeroporto Marco Polo. «Questi vengono da tutto il mondo a fare festa e devono pagare i cittadini veneziani lo sporco? - si è chiesto Brugnaro - Se non lo facevo, con che titolo poi posso chiedere di rifinanziare la legge speciale per Venezia che è scaduta? Abbiamo chiesto 150 milioni all'anno per 10 anni. Perché Venezia va salvata».
A stretto giro di posta la replica del Presidente del Gruppo SAVE, Enrico Marchi: “Sono d’accordo con il Sindaco Luigi Brugnaro che i veneziani non debbano essere ulteriormente tassati. Quanto riportato da parte dei nostri legali nel ricorso fa riferimento al fatto che “in sfregio all’iter amministrativo corretto” la procedura seguita dal Comune di Venezia non ha preso in considerazione le altre alternative previste dalla normativa.
E ancora: “Come ho sottolineato anche in altre occasioni, non solo penso che non si debbano alzare le tasse ai cittadini, ma che debbano essere diminuite, al fine di ricostruire il tessuto abitativo veneziano. Ricordo inoltre che la tassa d’imbarco penalizza tutti i cittadini veneziani e del Veneto che scelgono il Marco Polo come aeroporto da cui partire. Per questi stessi motivi, non mi spiego la scelta del Comune di indebitare la città e i suoi abitanti per 200 milioni di euro per realizzare lo stadio quando, come normalmente avviene, questo tipo di investimento avrebbe potuto essere fatto dai più grandi gestori di stadi e palestre al mondo, con conseguente maggiore efficacia a livello costruttivo e l’inserimento degli impianti in un network internazionale, senza pesare sulle spalle dei contribuenti”.
Dopo la replica di Marchi, è arrivata una ulteriore nota comunale, stavolta a firma dell’Assessore al Bilancio Michele Zuin: «Colgo l’occasione per ricordare che l’istituzione di 2,5 euro di addizionale comunale sui diritti d’imbarco è stata annunciata a dicembre 2022, con effetto a partire dal 1° aprile 2023 ed è conseguente ad una legge del Parlamento e di un accordo sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri (a firma del sottosegretario on. Mantovano). La finalità è la tutela e la salvaguardia del centro storico di Venezia, delle isole e della sua Laguna che dall’anno prossimo vedranno, inoltre, azzerarsi i finanziamenti di Legge Speciale da parte dello Stato, nonostante la richiesta unanime di rifinanziamento fatta dal Consiglio Comunale ancora nel 2020. Somme che da aprile 2023 sono riscosse dagli operatori, ma non ancora riversate nelle casse del Comune».
Polemica anche sul ventilato aumento dell’IRPEF: «Va respinta nuovamente, invece, la proposta formalizzata da SAVE nel ricorso presentato al TAR, di aumentare in alternativa l’addizionale IRPEF ai cittadini veneziani. Non abbiamo alcuna intenzione di mettere le mani in tasca indistintamente ai residenti del Comune di Venezia, che già fanno i conti con gli extra costi di una città speciale. Basta con l’insinuare che l’introduzione dell’addizionale comunale sia collegata al Bosco dello Sport. Una falsità assoluta! Ancora una volta così l’occasione per precisare che la tassa di imbarco non è stata istituita per finanziare gli interessi da pagare per il debito previsto per il Bosco dello Sport, che in ogni caso sarebbero di molto inferiori a quanto incassato dalla tassa. Lo prevede già una clausola contenuta nell’accordo istitutivo sottoscritto con il Governo, con la quale il Comune si è impegnato, nonostante il grande investimento, già previsto, comunque ad una costante riduzione dell’indebitamento negli anni successivi al 2022».