Cavalcavia della strage di Mestre, nuovo guardrail: l’area dello schianto resta sotto sequestro
Non appena sarà dissequestrata, la barriera potrà essere sostituita. Le protezioni sono alte un metro e mezzo
Un nuovo, vero, guardrail per il cavalcavia superiore di Mestre. A tripla onda, alto circa un metro e mezzo, capace di sostenere urti importanti. Si sale da via della Libertà in direzione Mestre e tangenziale e la novità salta all’occhio appena si guarda fuori dal finestrino. Una lunga barriera a tripla onda, alta e possente con rete contro il lancio di oggetti.
Niente a che vedere con quella vecchia, arrugginita e fragile. La si vede poco più avanti perché sul cavalcavia superiore c’è ancora il vecchio guardrail, quello che ha ceduto nel volo del bus de “La Linea Spa” del 3 ottobre 2023, con il suo carico di 21 morti e decine di feriti.
Una differenza che stride ancora di più oggi che il cantiere di messa in sicurezza avanza con il nuovo guardarail, a prova di codice della strada. E l’immagine stridente diventa dolore, pensando alla tragedia che la città ha vissuto, sicuramente la più rilevante dell’epoca moderna.
Anche il vecchio tratto di guardrail, arrugginito e vecchio, sarà riqualificato, promette l’assessore comunale alla viabilità, Renato Boraso. Ora non è possibile, è sotto sequestro. «Si attende il deposito delle due Ctu, le consulenze tecniche, quelle del super perito e quella sulla morte dell’autista, e di conseguenza quell’area del cavalcavia superiore rimane sotto sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria che indaga», chiarisce subito l’assessore.
Il resto del cavalcavia superiore, invece, ora sta diventando a prova di schianti. Un guardrail a tripla onda, alto e possente, simile a quello inaugurato mesi orsono per la nuova maxi viabilità della prima zona industriale tra via della Libertà e via Torino. Un investimento da oltre 6 milioni di euro. I lavori erano partiti appena pochi giorni prima della tragedia.
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«Il rammarico è ancora grande per una tragedia che ci lascia ancora attoniti perché in 70 anni su quel cavalcavia non era accaduto mai una cosa simile», ammette l’assessore comunale. «Quando potremo interverremo anche nel tratto dell’incidente con l’inserimento del nuovo guardrail.
Vorrei anche ringraziare la impresa al lavoro, la Cadore asfalti, perché non è stato affatto semplice installare un nuovo guardrail sul cavalcavia. Prima si è dovuto intervenire con il rinforzo di tutta la massicciata del cavalcavia che è stata rinforzata e poi con il fissaggio di speciali bulloni che hanno consentito di inserire in un manufatto vecchio una nuova barriera protettiva.
Non si tratta solo di nuovi asfalti ma di rafforzare l’intera struttura. Le imprese al lavoro sono stanno lavorando bene, rispettando i tempi e questo va evidenziato di questi tempi».
Ma è tutto il sistema di cavalcavia tra Corso del Popolo e Marghera che va risanato. Vale 70 milioni di euro, che il Comune spera di ottenere dal Ministero delle infrastrutture, il risanamento dell’intero sistema di viadotti, da 165 mila metri quadri, nevralgici per i collegamenti con Venezia e l’autostrada.
Da un punto di vista strutturale la soluzione scelta dal Comune con il progetto recentemente approvato in giunta prevede la demolizione e successiva ricostruzione del viadotto lungo la direttrice A57-Venezia, del viadotto di Corso del Popolo a scavalco della ferrovia, del viadotto di via Fratelli Bandiera, poiché in stato di degrado e a fine ciclo di vita utile. Rimane come è, ma investendo in sicurezza, il cavalcavia Superiore. La previsione è di otto anni di cantieri, frazionati.