Mose, prime anomalie nelle paratoie: «Porosità e saldature imperfette»
foto da Quotidiani locali
Saldature mal fatte, materiali danneggiati, strappi e porosità. E una situazione “non conforme al livello richiesto”. Lo stato del Mose sott’acqua non è rassicurante. La prima delle 78 paratoie, all’asciutto per l’attività di revisione, ha mostrato problemi inattesi. E costretto i tecnici a chiedere l’intervento degli ispettori dell’Istituto Italiano della Saldatura.
Che martedì hanno consegnato ai responsabili del Mose (Provveditorato, Commissario e Consorzio) un dettagliato e allarmante rapporto. All’interno della paratoia esaminata, si legge, ci sono pesanti anomalie. Che vanno al più presto corrette e risolte. Un faro che getta nuova luce sulle condizioni generali dell’opera, e sulla necessità di recuperare alla svelta il tempo perduto nella mancata manutenzione. I difetti sono stati riscontrati nella prima paratoia messa all’asciutto.
E adesso i tecnici si interrogano su che cosa sia nascosto sott’acqua. Se cioè altri elementi della struttura del Mose possano essere compromessi come quello esaminato. All’interno della paratoia, nel limite inferiore della struttura in acciaio, si vedono chiaramente le saldature irregolari, malamente riparate e messe così sott’acqua. Si tratta delle prime paratoie costruite dal gruppo Cimolai, installate nella schiera di Treporti nel lontano 2013. L’elenco delle carenze è lungo. «Il controllo a campione», scrivono gli ingegneri, «ha evidenziato la presenza diffusa di imperfezioni nelle saldature non accettabili secondo il livello B della norma EN5817.
In particolare, si è rivelata la presenza di porosità affioranti, nidi di porosità, attacchi di saldatura non rimossi, incisioni, marginali, cordoni, irregolari. E, ancora, cordoni d’angolo asimmetrici, incisioni del materiale base, spruzzi di saldatura, slot non sigillati e incisioni da pinze di movimentazione nelle lamiere». Anche la preparazione dell’acciaio secondo gli ispettori non è risultata conforme. I difetti riscontrati, scrivono, «sono sicuramente riconducibili alla fase di costruzione della paratoia».
Non sono state riscontrate rotture e nemmeno degrado legato ai fenomeni corrosivi in quel settore. Ma questo come si sa è un altro aspetto che dovrà essere affrontato. La condizione di queste due paratoie portate a terra è definita abbastanza soddisfacente dal punto di vista della corrosione. Ma si tratta, come riportato nello studio del Consorzio Venezia Nuova, di due elementi più piccoli, posti in fondali più bassi di quelli di Malamocco. Situazione «non estendibile alle altre paratoie non ancora esaminate».
Insomma, un’incognita. Anche perché il progetto del Mose, opera da quasi 7 miliardi di euro, prevedeva di effettuare la manutenzione ordinaria di ogni singolo elemento ogni cinque anni, quella straordinaria ogni dieci. Il ritardo accumulato è grande. E gli stessi ingegneri del Consorzio avvertono: «Risulta improbabile che le operazioni si possano concludere nei tre anni previsti dalla gara per le 21 paratoie di Treporti».
La manutenzione infatti si può fare solo d’estate, per evitare rischi nel periodo delle acque alte. Operazione complessa, che richiede tempo. Uno scoglio non ancora rimosso. Perché non è mai stata avviata la gara dopo che il ministero un anno e mezzo fa, nel dicembre 2022, aveva definito di pubblico interesse la proposta di Partenariato pubblico privato avanzata da Fincantieri. Adesso le imprese del Consorzio (Kostruttiva, Manutemar, Bortoletto, Intercantieri e Seingim) si sono autocandidate per svolgere intanto la manutenzione nella fase di entrata in vigore del sistema, i cui lavori non sono ancora conclusi, in attesa del collaudo.
I soldi ci sono, ma il Provveditore Fulvio Colabufo è del parere che non possano essere impiegati per i prossimi dieci anni, come osservato dalla Corte dei Conti. Un bel groviglio. Intanto il Mose continua d essere sollevato. Negli ultimi 4 anni lo è stato 82 volte, sette volte di più di quanto era previsto. E anche questo potrebbe alla lunga incidere in assenza di manutenzione.