Villette al parco Ca’ Roman: il Consiglio di stato boccia il progetto
Italia Nostra aveva ragione: non poteva essere realizzato – così come era stato progettato – il “piano di recupero di iniziativa privata” proposto dalla Ca’Roman Srl per realizzare sette immobili residenziali immersi nel verde di un parco pubblico, nel limitare estremo dell’isola di Pellestrina.
Tra corsi e ricorsi, giunti fino alla Giustizia europea, i privati si erano infine tirati indietro. Ma ora arriva la certificazione definitiva dei giudici del Consiglio di Stato, che hanno rigettato i ricorsi presentati dalla Ca’Roman Srl e dallo stesso Comune di Venezia, per contrastare quello presentato nel 2014 da Italia Nostra.
Dopo un braccio di ferro durato oltre dieci anni, la vicenda è chiusa: l’ex colonia di Ca’Roman, immersa nel verde, può essere ristrutturata, non stravolta. Così hanno stabilito i giudici amministrativi d’appello, confermando del resto quelle che erano state le decisioni di primo grado del Tar.
Il Consiglio di Stato ribadisce il concetto, «accogliendo il gravame dell’Associazione Italia Nostra: il regime urbanistico in vigore consentiva sull’area solo interventi di ristrutturazione, con demolizione e ricostruzione dell’esistente, ma non interventi di ristrutturazione urbanistica e tanto meno la ridistribuzione dei volumi sull’intera area interessata dall’intervento».
Una battaglia legale e urbanistica davvero intricata, per difendere il futuro di un’area di 29 mila metri quadrati, che chiude l’isola, verso Chioggia.
Il primo a fermare per chiarimenti il progetto che prevedeva la realizzazione di sette edifici residenziali, ristrutturando solo due dei vecchi immobili dell’ex colonia e demolendo il resto (seppur con un volume complessivo inferiore), era stato l’allora commissario Zappalorto, alla guida di Ca’Farsetti dopo si era abbattuta la tempesta dell’inchiesta Tangenti Mose, chiedendo che il piano venisse sottoposto a Valutazione di sostenibilità ambientale.
Giunto il via libera dalla Regione, pur con prescrizioni, era stata la Ca’Roman Srl a presentare ricorso al Tar per ordinare al Comune di firmare le autorizzazioni edilizie. Il piano di recupero di iniziativa privata era così stato approvato dal commissario. Ma a questo punto era intervenuta Italia Nostra, con il suo ricorso.
Il caso – si diceva – era giunto fino alla Corte Europea. Alla fine – nei giorni scorsi – è arrivato il giudizio definitivo del Consiglio di Stato, che ha respinto i ricorsi sia della Ca’Roman Srl (che pure ormai aveva rinunciato al progetto) sia del Comune di Venezia. Ma che varrà per il futuro.
«Tutte le prescrizioni», scrivono i giudici, «ammettono per l’area solo interventi di ristrutturazione edilizia», «il recupero dei fabbricati esistenti con valore storico-testimoniale, restringendo la demolizione alle sole porzioni fatiscenti o inutilizzabili.
Concedendo espressamente (solo) interventi di ristrutturazione edilizia nelle aeree già edificate». «In questo caso», concludono i giudici, «la ristrutturazione edilizia non può che essere intesa in senso tecnico, diverso dalla ristrutturazione urbanistica.
In quest’area, il regime è chiaro ed eloquente: permette nelle aree già edificate interventi di ristrutturazione, anche con demolizione e ricostruzione, viceversa nell’area verde consente solo interventi manutentivi della vegetazione esistenti». Piano villette-parco bocciato