Busta con polvere bianca all’avvocato Cornelio di Mestre: scatta l’allarme antrace
Una minaccia macabra è arrivata, venerdì mattina, all’avvocato Enrico Cornelio: una lettera contenente un messaggio di morte e la parola «antrace», con della polvere bianca infilata nella busta.
Erano le 11 ed è così scattato l’allarme, che ha portato nello studio del legale - in viale Vespucci - la polizia e la squadra del Nucleo Nbcr dei vigili del fuoco, specializzata anche nel contenimento di emergenze chimico-tossiche e sanitarie. A scopo preventivo.
I pompieri hanno allontanato gli avvocati e il personale dello studio e hanno preso in custodia - sigillandola - la lettera. Una busta bianca comune, con l’indirizzo scritto con il “normografo”, contenente un foglio scritto sempre con le lettere da ricalcare e le parole: «Muori, antrace».
Dopo un controllo dell’aria dell’ambiente, lo studio è stato riaperto, verso le 13.
«È vero che ormai ho collezionato, in tanti anni di attività, un ampio repertorio di minacce: qualcosa, ogni due tre anni arriva: una volta hanno disegnato un proiettile, un’altra una tomba, poi qualche insulto», dice l’avvocato Cornelio, «però mi piacerebbe sapere cosa passa per la testa della persona che mi ha mandato questa lettera, che per altro è arrivata con la posta. La segretaria ha consegnato la busta a mia figlia, avvocato. Mi pare strano ricevere messaggi di morte, perché io mi occupo prevalentemente di danni da amianto o di famiglia, non capisco chi abbia interessa. Comunque, sono arrivati i vigili del fuoco con tuta, guanti e maschere “antigas”, ci hanno messo tutti in una stanza, fatto i test dell’aria e non hanno rilevato alcun problema. Comunque, ho naturalmente presentato denuncia alla Polizia, che è intervenuta e ha seguito le operazioni».
Per le analisi bisognerà attendere qualche tempo, ma pare escluso che si tratti realmente del potenzialmente pericoloso antrace, che - si legge nel sito dell’istituto Superiore di Sanità - è un batterio «il Bacillus anthracis, un germe produttore di spore che possono sopravvivere a lungo nell’ambiente e che si manifesta comunemente in animali erbivori selvatici e domestici, fra cui i gatti, le pecore, le antilopi, le capre, i cammelli. Colpisce anche gli uomini con forme più lievi che interessano la cute e forme settiche più gravi (ma più rare) legate all’inalazione delle spore che possono anche condurre al decesso».
«L’antrace», si legge ancora nella scheda dell’Istituto superiore di sanità, «rientra tra gli agenti considerati utilizzabili per le armi batteriologiche perché le spore possono essere disseminate per via aerea e causare gravi casi di antrace da inalazione. Tuttavia, la dose di spore necessaria per un attacco biologico è estremamente elevata».
Quindi nessun pericolo immediato - fosse stato anche antrace - perciò certo resta l’inquietante messaggio di minacce e morte, inviato chissà da chi, per chissà quale malata “vendetta”.
«Paura non ne abbiamo avuta, mala curiosità resta: perché mai una persona sente il bisogno di mandare simili minacce», commenta l’avvocato, che si occupa anche di pratiche legate a casi di (presunta) mala sanità.