Un liceo rende obbligatorio il ballo lgbt: i maschi si vestono da femmine e viceversa. La Porta (FdI): inopportuno
Ma che bella pensata: in nome dell’inclusività all’Istituto Virgilio di Empoli i maschi si vestiranno da donne e viceversa. L’istituto ha infatti aderito al progetto che prevede incontri di «Voguing – ballo di comunità Lgbtqia+». Gli obiettivi dovrebbero essere la «parità di genere» e la «riduzione delle disuguaglianze».
Il corso di ballo Lgbt sarebbe obbligatorio
La professoressa di ginnastica ha reso però il corso obbligatorio, come hanno riferito fonti interne alla scuola al Giornale. “Al reclamo di uno studente la coordinatrice ha risposto che «la professoressa di educazione fisica ha comunicato al ragazzo che il corso è obbligatorio. E che nella prima lezione gli studenti dovranno fare due ore di ballo in cui si scambieranno i ruoli. I maschi saranno vestiti da femmina e viceversa». E ancora: «Non ci sono opzioni di uscita né la possibilità di dissociarsi»”.
Protesta la deputata La Porta (FdI): inculcano così le teorie gender
La deputata di Fratelli d’Italia Chiara La Porta ha presentato un’interrogazione al ministero dell’Istruzione chiedendo “se ritiene opportuno che dei ragazzi minorenni a scuola vengano costretti, in orario di lezione, a prendere parte a lezioni di ballo Lgbtqia+, con cambio di vestiti fra maschi e femmine”. Secondo la deputata «questi tipi di progetti non sono altro che l’ennesimo tentativo di inculcare e diffondere la teoria gender nelle scuole. Un metodo che lede gravemente la libertà educativa dei genitori».
Intolleranza e censura verso chi contesta le teorie gender: il caso di Parigi
Una notizia che fa comprendere come ormai le teorie gender siano considerate il punto di vista prevalente nelle scuole e come si risponda con l’intolleranza e la censura a chi ne contesta le basi. Proprio oggi infatti Giulio Meotti sul Foglio denunciava quanto accaduto al municipio di Parigi che ha cancellato una tavola rotonda sul “bambino transgender” e una discussione sul libro “La fabrique de l’enfant transgenre” di Caroline Eliacheff, rinomata psichiatra infantile, e della psicoanalista Céline Masson. Le due studiose infatti hanno pubblicato un libro sull'”aumento dei casi di bambini che vogliono cambiare genere” che ha provocato accuse di transfobia nei loro confronti.
“La psichiatra infantile Caroline Eliacheff, di cui in Italia Einaudi ha tradotto “Madri e figlie”, non ha ricevuto una spiegazione per questa cancellazione – scrive meotti – un boicottaggio che ricorda quello della filosofa Sylviane Agacinski, nota per la sua contrarietà alla maternità surrogata, che doveva intervenire all’Università di Bordeaux”.
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