Elezioni comunali nel Padovano, crolla il numero delle liste. Pochi candidati sindaci e alcuni Comuni sono a zero
Cinque anni fa erano 144, oggi sono 84. Certo, le attenuanti ci sono: mancano ancora due settimane per chiudere le candidature e nel 2019 c’erano quattro Comuni in più al voto. Fatto sta che in vista delle amministrative si sta assistendo a un vero e proprio crollo del numero dei candidati sindaci, e addirittura in ben 27 municipalità si è palesata una sola lista o addirittura manco una.
A.a.a. cercasi candidato, vien da dire, perché il tempo stringe.
I numeri preoccupanti
Un po’ di numeri per dare la dimensione del fenomeno. Il prossimo 8 e 9 giugno si apriranno le urne per 52 Comuni padovani – praticamente la metà di tutta la provincia – e a oggi sono 84 le figure che hanno già ufficializzato la propria candidatura. L’aritmetica aiuta per trarre già facili conclusioni: basta una semplice divisone per verificare che in molti paesi c’è un candidato ma manca l’avversario, con buona pace della democrazia che ha nelle opposizioni uno strumento importante di controllo del potere e di apporto al bene pubblico.
Ed effettivamente sono 19 i Comuni in cui al momento si è palesato un solo candidato. Ma ci sono scenari ancor più gravi: in 8 realtà amministrative non è ancora scesa in campo alcuna lista.
Uno scenario decisamente diverso rispetto a cinque anni fa, quando gli aspiranti sindaci erano addirittura 144. Forse la cosa pubblica – l’astensionismo degli ultimi anni d’altra parte è un trend, lo dicono gli analisti politici – non è più così appetibile come un tempo, o comunque un’esperienza a cui dedicare tempo e risorse?
Il crollo dei candidati
C’è tempo fino a mezzogiorno dell’11 maggio per depositare le liste e le candidature alle amministrative di giugno. La storia insegna che certi gruppi aspettano davvero l’ultimo giorno, se non l’ultimo minuto, per ufficializzare la corsa. Eppure quell’84 è un fattore che sta allarmando più di qualcuno, soprattutto nei piccoli centri – al voto ci sono Comuni da neppure 2 mila abitanti – in cui è difficile anche solo arrivare al numero minimo di candidati consiglieri e occorre tirare per il bavero le persone, soprattutto tra i più giovani. Le scuole di politica sono un lontano ricordo, lo dice più di qualche nostalgico e ora cominciano a pensarlo anche molti altri osservatori. Guardandosi alle spalle c’è l’amaro ricordo dei 144 candidati del 2019, quando anche i paesini più piccoli vedevano fronteggiarsi all’ultima scheda fino a 5-6 candidati. Ci si stupiva del sovraffollamento per la poltrona, oggi per l’esatto opposto.
Monolista o peggio
Barbona, Borgoricco, Candiana, Massanzago, San Pietro Viminario, Sant’Elena, Stanghella e Villa Estense: ad oggi sono questi i Comuni in cui nessuno ha ancora ufficializzato una candidatura. Difficilmente entro l’11 maggio la situazione rimarrà invariata, i rumors effettivamente non mancano: l’uscente Alberto Stefani a Borgoricco, ad esempio, pare abbia già investito l’assessore Gianluca Pedron, mentre figure come Paolo Oppio a Villa Estense e Francesco Peotta a Barbona non hanno sciolto ancora i dubbi ma non hanno neppure mai negato la possibilità di ricandidarsi.
Se il rischio “zero candidati” pare dunque remoto – ma possibile – facile è invece che in tantissimi Comuni si assista al fenomeno della monolista: da Villa del Conte a Vo’, da Terrassa Padovana ad Arre, da Cervarese Santa Croce a Santa Giustina in Colle (giusto per citare anche una realtà di notevoli dimensioni) lo spettro di un governo quinquennale senza opposizione è quanto mai all’orizzonte.
I sindaci che lasciano
C’è poi il capitolo dei primi cittadini che decidono di non proseguire l’impegno amministrativo, e non necessariamente per limiti imposti dalla legge, anzi. Anche questo è un fenomeno più vistoso rispetto al passato: alla vigila del voto, sono giù una decina. È il caso – salvo ripensamenti – di Roberto Milan a Bagnoli di Sopra, il già citato Stefani a Borgoricco, Edoardo Pitton a Fontaniva, Stefano Scattalin a Massanzago, e poi Alice Bulgarello (Polverara), Roberto Franco (Pontelongo), Sabrina Doni (Rubano), Cristian Andretta (Tombolo) e Giuliano Martini (Vo’), con l’aggiunta di Luca Callegaro che lascia Arquà Petrarca tentando la fortuna a Monselice.
Nel novero ci sono anche gli “indecisi”, che attendono gli ultimi giorni di campagna elettorale per prendere posizione ufficiale sul loro futuro: i suddetti Peotta e Oppio, ma anche Steve Garbin (Saccolongo), Federico Curzio (San Pietro Viminario), Sandro Moscardi (Stanghella) e Modesto Lazzarin (Terrassa).
Basteranno due settimane per raddrizzare una piega che non fa certamente onore alla gestione del bene pubblico?