Fallita la Jupiter International, azienda trevigiana di arredamento di lusso
Si chiude una lunga storia nel comparto dell’arredamento di lusso e su misura. L’amministratrice unica della ditta è di origini russe: «Esportavamo in quei Paesi»
La crisi provocata dall’inasprimento del conflitto tra Russia e Ucraina a partire dal 2022 continua a mietere vittime nel tessuto economico della Marca.
Una delle prime, storiche, aziende trevigiane a risentire degli effetti delle restrizioni agli scambi economici con l’ex Unione Sovietica era stata la Faoma, uno dei simboli del lusso made in Italy nel campo dell’arredamento di alta fascia. Poche settimane fa è toccato a un’altra azienda portare i libri in tribunale: la Jupiter International di Quinto di Treviso.
Per l’srl, fondata nel 2012, è stata avviata la procedura di liquidazione giudiziale poco meno di un mese fa. Attraverso il marchio Vgnewtrend, in una sorta di ideale continuità con la Giancarlo Vanin Spa (rinominata Evoluzione srl e fallita nel 2015) la Jupiter operava in una nicchia di mercato legata all’arredamento di lusso, all’oggettistica, ai complementi d’arredo e al contract, cioè alla fornitura di progetti e prodotti su misura.
Lussuose residenze in giro per il mondo, yacht, alberghi, ristoranti: attraverso una rete di fornitori conto terzi del territorio Jupiter assecondava da anni le richieste e il gusto sfarzoso di una clientela selezionata e attenta ai dettagli.
Il 70% del fatturato era tuttavia legato alle commesse che arrivavano dalla Russia e dall’Ucraina. Il legame con quei territori, oggi sconvolti da una guerra che sembra non avere fine, nel caso di questa azienda va ben oltre la semplice dimensione economica e coinvolge direttamente la sfera emotiva della sua amministratrice unica, Oxana Sinco, nata proprio a Krasnodar, nella Russia meridionale, a due passi dalla Crimea.
«Quando due anni fa è iniziato il conflitto» spiega Oxana Sinco con commozione «pensavamo e speravamo fosse una crisi breve, destinata a finire nel giro di un mese. Invece per il nostro popolo è una tragedia senza fine, che colpisce molti nostri affetti.
La nostra azienda forniva in particolare un negozio a Krasnodar e uno a Kiev, e la clientela era distribuita sia tra russi che ucraini. Negli ultimi tempi con il progressivo inasprimento delle sanzioni per noi lavorare è diventato impossibile, su molti fronti. Prima abbiamo riscontrato difficoltà nelle transazioni economiche, poi abbiamo iniziato a perdere sempre più clienti, per le tante difficoltà burocratiche».
Da una fase positiva con circa 2 milioni di fatturato e 8 dipendenti è iniziato nell’ultimo periodo un inesorabile declino che ha costretto nei mesi scorsi l’azienda ad alzare bandiera bianca.
A cascata questa crisi aziendale potrebbe ripercuotersi anche sul tessuto economico del territorio, per effetto del calo di commesse da parte degli artigiani che lavoravano con l’azienda come fornitori.
«È finito tutto molto velocemente» commenta Sinco «è difficile per me parlare al passato di questa azienda, così come immaginare che ci sia ancora la guerra tra quello che una volta era lo stesso popolo».
La Jupiter International è oggi affidata nelle mani del curatore Dario Carretta. La società aveva mosso i primi passi ottenendo la licenza d’uso del marchio Vg nell’ambito di una precedente crisi aziendale.