Quadri dissequestrati al commerciante di Suzzara: valgono milioni di euro
foto da Quotidiani locali
«È finito un incubo durato otto anni. Mi chiedo: perché tutto questo tempo, se alla fine non c’era nulla?». Sono le prime parole di Glauco Branchini, 62 anni, finito tra i 52 indagati nell'indagine partita nel 2015 dai carabinieri di Castelnovo Monti (Reggio Emilia) con l’accusa di frode e ricettazione. Il 22 dicembre, su ordine del giudice del Tribunale di Reggio Emilia Cristina Beretti, i militari della compagnia reggiana hanno restituito tutto il materiale sequestrato nella sua abitazione di Suzzara.
Lo sfogo
«Voglio sapere chi mi ha diffamato rovinandomi la vita. Per otto anni ho vissuto in uno stato di precarietà assoluta e in miseria perché mi avevano chiuso tutti i conti bancari. Ho rischiato di essere ripudiato dalla mia famiglia – si sfoga Branchini – Per mesi sono stato costretto a dormire fuori casa in un capannone. Tutte le accuse sono finite in una bolla di sapone. Ero stato perfino coinvolto in un scavo archeologico abusivo a Sant’Ilario tra spade e daghe di epoca romana mai viste».
«Quando i carabinieri sono venuti a casa mia non sapevano neppure cosa cercare ed ero finito sui giornali prima che succedesse tutto – continua a raccontare il commerciante – Ho perso amicizie, contatti, opportunità di lavoro. Svolgevo attività di intermediazione per auto di lusso. Per un certo periodo sono stato vessato solo perché mio padre si chiama Benito. Durante la perquisizione ho fornito 21 cartelle di documenti. Ho spiegato tutto nelle sedi opportune, non ho mai avuto problemi a dimostrare la mia innocenza».
Le opere
«Sono stato vittima di ricatti, e anche di un sequestro, tutto per colpa della mia volontà di non privarmi delle mie opere prima di averle fatte valutare e autenticare – ricostruisce Branchini – È stato comunque accertato che sono tutte assolutamente originali e certificate. Era dal 2007 che avevo deciso di farle valutare, per un fine preciso: venderle per poi donare il ricavato in beneficenza ad alcune associazioni che si occupano di ragazzi disabili, dato che ho un figlio con problemi di disabilità. Mi sono sempre dichiarato innocente. Voglio ringraziare le persone che hanno creduto in me».
Nel settembre del 2015 i carabinieri avevano portato via dalla sua villetta a Suzzara un quadro di Pablo Picasso e un’opera di Alberto Burri del valore di diversi milioni di euro.