A Ceresara niente festa del papà in una classe
E’ bastata la frase di una maestra a scatenare la protesta di alcuni genitori dei bambini che frequentano una classe delle elementari di Ceresara.
«Quest’anno niente festa del papà, festeggeremo poi la festa della famiglia».
Addio bigliettini, pensierini, fioretti, bacetti e tutto l’apparato della tradizionale festa di San Giuseppe.
E quando si parla di pericolo di perdere le tradizioni, la Lega apre le orecchie, anzi: sente quasi una chiamata alle armi.
«Ho raccolto la protesta di un papà, che sarà festeggiato da uno solo dei suoi figli, che in classe con la maestra ha preparato la lettera al papà, mentre dall’altra figlia zero, perché l’insegnante ha chiuso il discorso con quella frase - racconta Elvio Ghidini, ceresarese e attuale segretario di area della Lega nei “paesi della calza”- oltre al dispiacere personale per questi padri che non verranno festeggiati e per i figli che a scuola non stati supportati a scrivere i tradizionali biglietti pieni d’affetto, non siamo assolutamente d’accordo su questo atteggiamento, anche se sappiamo bene che c’è l’autonomia scolastica e la rispettiamo. Però la famiglia per noi è formata da padre e madre, aldilà delle ideologie».
Ghidini si allaccia a quanto accaduto nella scuola di Pioltello, l’istituto Iqbal Masih, dedicata al bambino pakistano simbolo della lotta allo sfruttamento del lavoro minorile, dove il preside ha deciso di mettere a calendario un giorno di vacanza il 10 aprile, il giorno della fine del Ramadan, in considerazione del fatto che oltre il 40% dei ragazzi è di origine straniera e per questo l’anno scorso in quel giorno le aule erano praticamente deserte. «Non capisco perché il Ramadan sì e la festa del papà no. San Giuseppe è una festa cattolica, lo ha ricordato perfino il governatore della Lombardia Attilio Fontana».