Lelio Luttazzi nel cuore: concerti, cinema e album per i 100 anni del maestro
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Le celebrazioni previste nel 2024: a partire da maggio eventi a Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone e a Roma
TRIESTE «Per quelli della mia generazione, Lelio Luttazzi era un mito. Ha attraversato tutta la mia vita, dagli anni belli della giovinezza alla maturità. Ci ha regalato una lezione di arte, creatività ed eleganza, ma anche dedizione e misura. Qualità che aveva forse proprio perché nato a Trieste».
Parole di Gianni Letta, ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della nascita del Maestro Lelio Luttazzi, che venerdì a Roma, nella splendida cornice di Piazza Colonna (dove si trova la Sede di Rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia), ha aperto la conferenza stampa di presentazione delle celebrazioni previste per il 2024.
Padrona di casa, Rossana Luttazzi, moglie del maestro e presidente della Fondazione, che ha esposto l’agenda degli eventi che avranno luogo a partire dal mese di maggio.
«Dopo un 2023 affollato di iniziative, siamo qui a presentare quelle di quest’anno, rese possibili grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, a partire da un ciclo di cinque concerti, primo dei quali quello al Teatro Verdi di Trieste il prossimo 9 maggio».
Atteso concerto con l’Orchestra sinfonica del Teatro Verdi, che eseguirà brani del maestro Lelio Luttazzi e di autori da lui amati, e con Danilo Rea, alle prese con uno speciale tributo.
I restanti concerti si svolgeranno a Roma (all’Auditorium Parco della Musica, il 19 maggio), con una serata tra musica e ricordi con gli Artisti e gli Amici di una vita del Maestro, quindi in altre tre città della nostra Regione: Pordenone (il 25 maggio all’Auditorium Concordia), Gorizia (al Teatro Verdi il 27) e Udine (il 28 maggio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine), che ospiteranno un omaggio sinfonico grazie alla Friuli Venezia Giulia Orchestra, guidata dal Maestro Valter Sivilotti.
«Solo l’inizio di una celebrazione che proseguirà con due concerti a luglio – ha raccontato Rossana Luttazzi – e con una serie di iniziative musicali e cinematografiche che si svolgeranno nel mese di ottobre, anche nell’ambito della Festa del Cinema di Roma».
Un concerto avrà luogo il 18 luglio durante le giornate del Festival Internazionale TriesteLovesJazz, mentre a fine luglio il vincitore del Premio Lelio Luttazzi 2023, il giovane talentuoso pianista Jazz Vittorio Esposito, si esibirà in concerto al Museo Orto botanico dell’Università di Roma “La Sapienza”.
In autunno, Sanremo farà da cornice ad un concerto con l’Orchestra Stabile dello Swing e, grazie ad Universal Music, uscirà la ristampa di un album ormai introvabile, quel “30 anni di Swing” inciso da Luttazzi 1961.
Non solo musica, anche spettacolo, altro ambito in il Maestro, musicista, direttore d’orchestra, pianista, ma anche presentatore televisivo, attore, regista e scrittore, ha lasciato un segno indelebile.
E, allora, tra il 28 e il 29 ottobre, la Casa del Cinema di Roma ospiterà “Il Cinema di Lelio Luttazzi”: un concerto cinematografico e la proiezione de “L’ombrellone” di Dino Risi, musicato e interpretato, tra gli altri, da Luttazzi.
«Una vita fatta di genialità e passione», come ha ricordato Mario Anzil, vicepresidente della Regione Fvg, che ha espresso l’onore, anche a nome della Regione e del presidente Massimiliano Fedriga, di aver potuto sostenere questo progetto dedicato ad uno dei figli più illustri della città di Trieste.
«Lelio Luttazzi ha avvicinato mondi lontani e mondi vicini – ha detto -. Insegnamento che facciamo anche nostro. Ha creato ponti, si è fatto promotore di una cultura di frontiera. Ha tracciato una strada che il progetto culturale della Regione Friuli Venezia Giulia vuole continuare a percorrere».
Molti sono stati i momenti di commozione di questo incontro. Tra tutti, un racconto che Gianni Letta ha voluto regalare sulla vita del maestro. Dai primi anni, a Trieste e poi a Prosecco, ad un successo sempre intriso di malinconia. «Un omaggio al talento – ha commentato Letta – ma anche e soprattutto allo spirito di sacrificio e ad un senso del dovere altissimi. Tutte doti che grazie alla Fondazione che porta il suo nome non dobbiamo dimenticare».—
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