Politiche abitative, il requisito dei 5 anni scatena il dibattito in Consiglio Fvg: modifiche in arrivo

foto da Quotidiani locali

TRIESTE Scricchiola il requisito dei cinque anni di residenza in Friuli Venezia Giulia per l’accesso alle politiche abitative regionali. Ieri in Consiglio un emendamento d’opposizione ha proposto di abolirlo, alla luce di recenti sentenze della Corte costituzionale, e in seguito a un animato dibattito la giunta ha bocciato la proposta ma ha assicurato che una nuova norma in materia arriverà in aula entro l’anno.

Le politiche abitative

Figlio di una legge del 2016, il criterio dei cinque anni di residenza interessa tutte le politiche abitative regionali, edilizia convenzionata e sovvenzionata, edilizia agevolata e altre forme come il social housing e il co-housing. Si tratta di una misura in vigore anche altrove, e che incontra però resistenze in sede costituzionale: l’ultima sentenza è dello scorso 22 aprile e riguarda la Regione Veneto. Nel dispositivo si legge che la Corte ritiene il requisito sia «contrastante con i principi di eguaglianza e di ragionevolezza» dell’articolo 3 della Costituzione. I pronunciamenti della Corte, però, riguardano soltanto le specifiche norme regionali che prendono in esame: l’opposizione chiede quindi alla giunta Fvg di muoversi d’anticipo abolendo una misura già abrogata altrove.

La discussione sulla legge omnibus

Il dibattito avviene durante l’articolata discussione sulla legge omnibus. L’emendamento in questione ha come primo firmatario il consigliere Enrico Bullian del Patto per l’Autonomia: «Il requisito è stato spesso utilizzato come norma bandiera nelle Regioni guidate dal centrodestra, ma la Corte costituzionale dice in maniera chiara che è opportuno rimaneggiarlo. L’emendamento riporta la situazione al pre-2016, ripristinando il limite originario di due anni». Manuela Celotti del Pd rincara ricordando «il problema della denatalità e la fuga dei giovani all’estero»: «Se vogliamo essere attrattivi per stranieri e italiani di altre regioni serve un sistema welfare articolato».

Prende quindi la parola il capogruppo di Fdi Claudio Giacomelli: «Interessante questo emendamento preterintenzionale. La Corte stabilisce che il criterio del tempo può essere considerato nei punteggi, ma non può fare da sbarramento per l’accesso alla casa. Il ragionamento vale quindi per i cinque anni quanto per i due proposti dall’opposizione, che a questo punto si oppone alla Corte». Bullian ricorda a questo punto di aver già presentato una proposta di abolizione in dicembre, e di non poterla quindi ripresentare prima di sei mesi: «Per questo abbiamo fatto riferimento alla norma originaria», dice.

Emendamento bocciato

I consiglieri dem Andrea Carli, Laura Fasiolo e Francesco Martines ricordano le necessità di manodopera dell’industria locale. Per Massimo Moretuzzo (Patto) «l’approccio ideologico» della giunta è nocivo «per il tessuto economico», mentre il capogruppo Pd Diego Moretti ricorda che il requisito «vale non solo per gli stranieri, anche per chi viene da Portogruaro». Ribatte Giacomelli: «Davvero l’impresa che vogliamo premiare è quella che assume un saldatore a una paga tale da non potersi permettere un affitto? Mi domando se sia questo il progresso che vogliamo». Prende quindi la parola l’assessore competente Cristina Amirante: «La sentenza merita una riflessione più ampia, la vostra proposta non è la soluzione e lo proverò portando i dati in aula. Lavoro per portare in aula entro quest’anno una norma complessiva revisionata, ne parleremo in commissione». L’emendamento viene quindi bocciato.

Temi trattati

Innumerevoli gli altri temi trattati in giornata. Il mattino è dedicato a una serie di emendamenti portati dall’assessore all’Ambiente Fabio Scoccimarro, tanto che il forzista Michele Lobianco parla di «scoccimarreide». Lunga la discussione sull’emendamento con cui la Regione regola i siti in cui si può installare il fotovoltaico. Dice Scoccimarro: «Abbiamo predisposto una norma transitoria per garantire il controllo pianificatorio della Regione e dei territori al fine di evitare il proliferare incontrollato». Per Moretuzzo la misura così com’è è «quasi inutile»: «Davvero non si capisce perché non si è voluto un confronto». Interviene quindi il presidente Massimiliano Fedriga: «Mi stupisce questa presa di posizione. In questi anni ne abbiamo discusso moltissimo, proprio perché siamo dovuti intervenire in modo tempestivo». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA