Spumante con la glicerina e cantine perquisite, ora c’è anche un indagato. Ecco chi è
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Nel mirino della magistratura in particolare i legami tra l’azienda vinicola Cà di Frara e la Cantina sociale di Broni
/ BRONI. Nell’inchiesta su Terre d’Oltrepo c’è un altro indagato. Un avviso di garanzia è stato infatti notificato a Luca Bellani, amministratore della Ca’ di Frara con sede a Mornico Losana, nel corso della perquisizione della polizia giudiziaria eseguita mercoledì. I carabinieri forestali hanno prelevato documenti ma anche campioni di vino, che ora dovranno essere analizzati. Da quanto risulta gli inquirenti vogliono approfondire i legami commerciali tra la società Terre d’Oltrepo e questa azienda (perquisizioni erano state compiute anche all’azienda Marco Colombi di Castana e Torre Maggi di Bosnasco), che avrebbe lavorato vino della cantina di Broni. In particolare la polizia giudiziaria vuole verificare quanto dichiarato dagli avvocati difensori di Terre d’Oltrepo, che avevano tirato in ballo la Ca’ di Frara come il luogo in cui sarebbe avvenuta la contaminazione delle bottiglie di spumante Metodo Classico Docg, in cui era stata ritrovata diglicerina ciclica, una sostanza vietata dalla legge.
Tesi da verificare
La contaminazione sarebbe avvenuta durante la procedura della “sboccatura” delle bottiglie, che avviene con l’aggiunta della “liqueur d’expedition”, un composto che completa la preparazione dello spumante. In sostanza le bottiglie del lotto incriminato di Terre d’Oltrepo sarebbero state contaminate da un macchinario non pulito adeguatamente. L’avviso di garanzia, quindi, è un atto dovuto, per completare gli accertamenti e trovare una spiegazione alla presenza dell’additivo vietato. L’accusa formulata dal sostituto procuratore Paolo Mazza è di avere messo in commercio vino non genuino. Nell’inchiesta sono indagate altre sei persone, tra cui il presidente della società Terre d’Oltrepo Andrea Giorgi, il suo vice Marco Forlino e gli enologi. —