Manera porta in scena “Vivere” per esorcizzare il post Covid
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Sabato alle 21 a Stradella nel cortile di palazzo Isimbardi il cabarettista racconta come è cambiata la routine di tutti durante il lockdown
STRADELLA. Una riflessione comica di come la tecnologia e la pandemia abbiano cambiato i nostri modi di vivere e ci abbiamo resi meno sicuri delle nostre certezze. È questo il cuore dello spettacolo “Vivere” che il cabarettista Leonardo Manera porterà sabato sera sul palco estivo del teatro Sociale di Stradella.
L’appuntamento è alle 21 nel cortile esterno di palazzo Isimbardi (vicolo Oratorio): prenotazioni online sul sito socialestradella.vivaticket.it oppure direttamente in biglietteria del teatro dalle 17 alle 21 di sabato.
«Lo spettacolo è il racconto di come si svolge la giornata di ognuno di noi in un mondo che si avvia ad essere sempre più tecnologico e non favorisce i rapporti umani e il tempo di comunità – spiega l’attore -. Ovviamente la pandemia ha accelerato questa tendenza: le riunioni su Zoom, la didattica a distanza, l’uso stesso dei cellulari ci hanno chiuso in casa e ci stanno allontanando da quel tipo di vita a cui eravamo abituati, diciamo alla fine del Novecento. Ecco, io cerco di capire in modo divertente cosa ci sta succedendo».
Durante il periodo del lockdown Manera ha lavorato (da casa) in radio e ha ripreso gli spettacoli in presenza solo a maggio: «Mi è mancata molto l’energia che ti dà il pubblico e tutto quello che lo spettacolo dal vivo comporta: le quattro chiacchiere degli spettatori prima dell’inizio, i commenti uscendo dal teatro, perché gli spettacoli danno senso alla comunità e alla vita sociale – aggiunge -. Per questo non condivido l’idea degli spettacoli in streaming e temo che il balletto delle chiusure che arriverà a settembre coinvolgerà nuovamente i teatri. Nel frattempo, comunque, è positivo che la gente abbia voglia in questi mesi di tornare a vedere gli spettacoli dal vivo, nonostante dal palco sia innaturale vedersi davanti le persone con la mascherina».
Ma ora è importante anche una risata per sdrammatizzare il periodo difficile che abbiamo vissuto: «La comicità è nata proprio per esorcizzare i problemi della vita e prendere tutto con più leggerezza, senza preoccuparsi troppo del futuro – conclude Manera -. Non c’è niente di meglio di una buona risata, di uscire e vedere gli altri, anche perché salutarsi con il gomito non aiuta. Adesso bisogna raccontare le cose come sono senza allarmismo e senza terrore. Abbiamo passato mesi a sentire notizie di morti, di ambulanze al pronto soccorso; ma non dimentichiamoci, e mio fratello che fa il medico in Lomellina me lo racconta, che tanta gente è stata curata a casa ed è guarita».