Al Vallone la nuova casa Anffas per i disabili non più giovani
PAVIA
Ci sono voluti anni, generosità e determinazione ma ieri mattina la presidente dell’Anffas Pavia Mauretta Cattanei hanno tagliato il nastro di “Casa Adelia, casa mia”, la nuova casa comunità dell’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale in via Genova, al Vallone.
Adelia è il nome della mamma di Anna, una delle persone che da decenni vivono accolte e sostenute da Anffas Pavia: lei ha voluto che la casa di famiglia fosse destinato proprio all’accoglienza di altri uomini e donne con disabilità. Così l’Anffas ha colto l’occasione per rispondere alle nuove necessità dei nove “ragazzi” che vivevano in un appartamento gestito da Anffas alla Scala: le barriere architettoniche, lì, erano ormai insormontabili e i ragazzi sempre più anziani avevano bisogno di supporto, di spazio, di una casa costruitasulle loro esigenze e che permettesse loro di uscire per svolgere le attività.
A Casa Adelia le luci sono soffuse; ogni stanza da letto ha il simbolo di un animale, i colori aiutano a capire: il rosso significa stop, vietato entrare, il verde che l’ambiente è a disposizione di tutti. Qui da inizio 2020 vivono Gianni, Roberto, Maurizio, Alberto, Francesco, Nadia, Franca, Simona e Anna, è la loro casa: il divanetto verde chiaro su cui rilassarsi dopo una giornata al centro diurno, i turni per innaffiare le piante aromatiche che profumano il giardino e i pomodori che poi finiscono sulla tavola, per cena. «Per fortuna il lockdown siamo riusciti a farlo qui, il giardino è stata un’enorme ricchezza, così come la vista della Vernavola», spiega Cattanei. Francesco è il più giovane e ha 45 anni, Nadia la più grande, di anni ne ha 66: «Noi genitori dell’Anffas - spiega Cattanei - vogliamo che ciascuna delle nostre comunità sia una vera casa per i nostri figli, non una struttura sanitaria». A Casa Adelia lavorano 10 operatori e la struttura è a misura di persone che stanno invecchiando, che devono fare i conti con patologie degenerative che compromettono alcune loro capacità. Il progetto è stato finanziato grazie ai contributi di Fondazione Comunitaria (Cariplo), un lascito di un altro socio Anffas, donazioni dei Lions e di tantissime persone e associazioni.
All’inaugurazione c’erano anche il vescovo Corrado Sanguineti, l’assessore ai servizi sociali Anna Zucconi e il sindaco Fabrizio Fracassi, che si è trattenuto a lungo con i ragazzi e le loro famiglie: «Io sono cresciuto qui vicino - ha raccontato - e credo che strutture come questa siano una ricchezza per la città. Come Comune siamo disposti a fare quel che possiamo per sostenere Anffas». E i volontari dell’associazione hanno tirato un sospiro di sollievo: solo qualche mese fa, infatti, era comparsa all’orizzonte la possibilità di sfratto per le strutture ospitate in immobili comunali. —