Eitan, l’accusa dei legali: i nonni materni non hanno avuto alcuni documenti
Secondo gli avvocati, ci sarebbe una «falsità» nel verbale della fase introduttiva che ha portato alla nomina della zia tutrice
I nonni materni di Eitan, nell'ambito del procedimento del Tribunale di Torino che a fine maggio ha portato alla nomina della zia Aya Biran come tutrice, non hanno avuto nella loro «disponibilità» alcuni «documenti», tra cui la «informativa delle autorità sanitarie all'autorità giudiziaria torinese», che ha dato il via alla procedura. Lo si legge nel verbale di udienza di due giorni fa, davanti ai giudici di Pavia, nel corso della quale, in sostanza, gli avvocati dei Peleg hanno contestato la presunta «falsità» di un verbale del procedimento torinese «con riferimento alla fase introduttiva» che ha portato alla nomina della tutrice.
Due giorni fa, infatti, i legali Sara Carsaniga e Paolo Alberto Polizzi, che rappresentano Shmuel Peleg e Esther Cohen hanno chiesto al Tribunale di Pavia (giudici Bellegrandi-Caldore-Venturini) che la zia paterna Aya venga rimossa dall'incarico di tutrice con immediata sospensione e che venga nominato pro-tutore un avvocato 'terzo'. Inoltre, hanno proposto "querela di falso" in sede civile e hanno anche chiesto che "sia trasmesso alla competenti Procure il verbale di udienza del Tribunale di Torino" per la "verifica della falsità". I legali - alle cui richieste si sono opposti gli avvocati della zia, i legali Cristina Pagni e Grazia Cesaro - evidenziano che «ad oggi il fascicolo cartaceo di Torino, parte del fascicolo dell'odierno procedimento e pervenuto a Pavia», per competenza territoriale, «non sono mai stati resi accessibili» sia ai legali che al nonno. Da qui, secondo i difensori, la «radicale improcedibilità dell'azione promossa» da un medico legale torinese, che ha dato il via alla procedura che ha portato alla nomina della tutrice. E la conseguente «nullità», sempre secondo gli avvocati dei Peleg, «di tutti i provvedimenti emessi» dal 25 maggio scorso in poi. Tra le altre cose, i legali chiedono di potere accedere agli atti del procedimento del giudice di Pavia, che ad agosto confermò la nomina della tutrice decisa a Torino, «per verificare se non vi sia una quarta versione del fascicolo di Torino». Nel frattempo, davanti al Tribunale per i minorenni di Milano, è fissata per il primo dicembre l'udienza del procedimento, già iniziato nelle scorse settimane, sul reclamo dei nonni materni contro le decisioni dei Tribunali di Torino e Pavia. Reclamo che ha originato anche il procedimento in corso a Pavia, che in teoria potrebbe essere riunito a quello milanese.
Sul mandato d’arresto al nonno, «a nessuno fa piacere ricevere un mandato del genere. Comunque affronterà la questione», ha detto Ronen Dlayahu avvocato di Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan Biran, oggi a Tel Aviv – nei cui confronti è stato spiccato, su richiesta della Procura di Pavia, un mandato di arresto internazionale insieme al suo «aiutante», il cittadino israeliano Gabriel Alon Abutbul. Dlayahu. In una intervista a Radio 103 a poi spiegato i punti del ricorso di parte che presenterà oggi al Tribunale di Tel Aviv contro la prima sentenza: la residenza abituale del bambino e il suo bene.
Eitan «fino ad oggi non é stato esaminato da nessun esperto» in Israele, ha detto l’avvocato di Shmuel Peleg. «La questione adesso è stabilire» se riportando Eitan in Italia «non si provochi in lui un danno superiore al vantaggio. Anche su questo punto abbiamo fatto ricorso. Secondo la difesa, ne riceverebbe un danno. Ma fino ad oggi questo bambino non é stato esaminato da nessun esperto». Il legale ha poi contestato che la residenza di Eitan sia in Italia.
Intanto, il Console italiano in Israele Emanuele Oldani è presente oggi come "uditore" in Tribunale a Tel Aviv all'udienza sul ricorso presentato da Shmuel Peleg, contro la prima sentenza favorevole ad Aya Biran, zia paterna del bambino. Lo ha fatto sapere la famiglia Biran aggiungendo che la decisione è stata presa dal Tribunale in quanto «l'Italia è anche una parte della Convenzione dell'Aja e paese dal quale è stato rapito Eitan».