Il neo presidente della Provincia Palli prova a ricucire lo strappo nella Lega: «Ora al lavoro partendo dalla fibra ottica»

Potenziamento della copertura in fibra ottica su tutto il territorio provinciale, promozione del turismo lento e maggiore ascolto alle comunità coinvolte dall’eventuale installazione di logistiche. Giovanni Palli, al primo giorno da presidente della Provincia, illustra quali saranno le prime mosse e glissa sulle recenti polemiche.

L’arrivo con la compagna

Per le 11.30 al primo piano del palazzo di piazza Italia è prevista la cerimonia del passaggio di consegne tra il presidente uscente, Vittorio Poma, e il suo successore, Giovanni Palli, sindaco di Varzi, presidente della Comunità montana ma “pavesissimo”, considerato che abita in centro a Pavia. Palli arriva insieme alla compagna, Elena Lucchini, deputata della Lega e ad accoglierlo, oltre a Poma, ci sono due dei tre artefici della sua vittoria: il commissario provinciale della Lega, Jacopo Vignati e il deputato di Forza Italia, Alessandro Cattaneo, oltre al riconfermato consigliere provinciale Marco Facchinotti. Manca il segretario provinciale di Fratelli d’Italia, Claudio Mangiarotti, che comunque, da sindaco di Volpara, è stato eletto in Consiglio provinciale.

La campanella

La cerimonia è breve: Poma consegna a Palli, in completo blu scuro, la campanella con la quale il presidente del Consiglio provinciale - quando ancora c’era - richiamava all’ordine, la fascia blu con il simbolo dell’amministrazione provinciale, le chiavi dell’ufficio e il telecomando del portone («Importantissimo», scherza Poma). Poi le foto di rito e le interviste.

Presidente, conferma che inizierà incontrando i sindaci?

«Nei primi 100 giorni vorrei ascoltarli tutti e 186 per capire priorità ed emergenze e impostare azioni veloci. Inoltre creeremo una cabina di regia in vista dei fondi del Pnrr, porteremo all’approvazione il Piano territoriale di coordinamento provinciale e ci organizzeremo come stazione unica di appalto, come previsto dal Pnrr».

La Lega di Pavia si è spaccata su queste elezioni.

«La campagna elettorale è terminata. Ci sono 12 consiglieri eletti per portare avanti gli interessi del territorio che tutti amiamo».

E il soccorso rosso del Pd al suo avversario Bargigia?

«Ripeto, si viene eletti nell’interesse del territorio e tutti possono portare avanti progetti».

Va bene la diplomazia, ma questa è stata una campagna elettorale di veleni.

«Io ne ho vissuta una diversa. Ho trascorso un mese e mezzo senza quasi dormire. Mi sono messo in auto da solo, ho girato tutta la provincia e sono riuscito a incontrare 163 sindaci su 186, incluso il sindaco del capoluogo, Fabrizio Fracassi, che conosco da tanti anni. Ho fatto la mia campagna parlando di contenuti, senza mai cadere in nessuna polemica e devo dire che anche il mio competitor, Angelo Bargigia, che ringrazio, ha sempre parlato di contenuti. Alla fine c’è sempre qualcuno che esagera, ma protagonisti devono restare gli argomenti».

La sua posizione rispetto alle logistiche che spuntano come funghi?

«Ascoltare prima di tutto il territorio e i suoi amministratori per comprenderne le esigenze e capire se l’infrastruttura sia adeguata alla localizzazione oppure no. La priorità, ribadisco, spetta a ciò che il territorio richiede».

Parte del territorio provinciale ha grossi problemi di dissesto idrogeologico.

«Lo so bene, è un problema che abbiamo affrontato come Comunità montana grazie anche ai fondi della Regione. E credo che ne verranno messi altri nell’ambito del cosiddetto “piano Fontana”. Sia con l’assestamento che con il prossimo bilancio regionale, mi aspetto altre risorse finanziarie. Poi c’è un tema che riguarda le infrastrutture, nel senso che sulle strade di montagna, a maggior ragione serve un asfalto che duri nel tempo. Il presidente Poma, che ringrazio, ha fatto un buon lavoro e credo che potrà darmi ancora suggerimenti preziosi».

Per valorizzare la provincia, a volte bastano interventi come la Greenway Voghera-Varzi, non crede?

«Indubbiamente, di questi tempi, il cosiddetto “turismo lento” è un must, un imperativo. Dopo la parentesi buia del Covid c’è voglia di spazi aperti, di libertà. Credo che, prendendo come spunto la Greenway, si potrà investire ancora sui percorsi ciclabili. Intanto c’è il progetto Ven-To che prevede, appunto, un collegamento ciiclistico tra Venezia e Torino. Poi io credo che le macroaree, dall’Oltrepo al Pavese, alla Lomellina, meritino di essere collegate anche in sinergia con i Gal, i gruppi di azione locale. Però c’è un altro tema molto importante».

Quale?

«Per attirare turisti e migliorare la qualità della vita penso sia imprescindibile risolvere il digital divide; in alcuni punti di Oltrepo o Lomellina la rete è ancora lenta e non è accettabile. Penso non solo alla recente diffusione dello smart working, ma anche, ad esempio, alla telemedicina. Uno dei primi interventi sarà fare il punto per programmare la diffusione della fibra ovunque serva».

Quindi la sua è una prognosi positiva per il futuro della provincia?

«Servirà una vera campagna di marketing, ma tanti operatori privati hanno compreso che bisogna collaborare: penso a chi ha saputo coniugare il noleggio delle ebike con la Strada del vino».