Riapre lo sportello psicologico, oltre 100 pavesi chiedono aiuto
foto da Quotidiani locali
Donatella Zorzetto / PAVIA
C’è chi ha chiamato perché fatica ad affrontare la scuola senza sentirsi in ansia; c’è invece chi, dopo la malattia, non ce la fa a riprendere quota; infine c’è chi non sa stare con gli altri, al punto da decidere di rimanere chiuso in casa: lo sportello psicologico di Asst Pavia, nato lo scorso anno e riproposto ora alla luce degli ottimi risultati raggiunti, obbedisce proprio alla necessità di risolvere questi problemi: in sostanza i disagi di tutti. Lo sportello, ideato e coordinato dalla dottoressa Maria Cristina Migliardi, responsabile della Struttura semplice dipartimentale di Asst, torna quindi attivo e potenziato nelle tre aree provinciali: Pavese, Oltrepo e Lomellina.
Seguiti 123 pazienti
Solo nel mese di marzo le chiamate arrivate allo sportello psicologico da nuovi pazienti da prendere in carico sono almeno 13. Alla struttura lavorano tre psicologi, impegnati per 20 ore ciascuno alla settimana, che si alternano negli ambulatori delle tre zone in cui è suddivisa la provincia di Pavia: Voghera-Broni, Lomellina e Pavia-Casorate.
«È una porta aperta sulla città, sta andando molto bene – sottolinea Migliardi –. L’iniziativa era partita nei primi di giugno dello scorso anno. La popolazione che si è rivolta a noi è costituita da molti pazienti minorenni, per cui il disagio è aumentato e i servizi non riescono a farvi fronte. Inoltre, abbiamo persone in età matura, anche con problemi di salute». In tutto si contano 123 pazienti presi in carico, dei quali molti sono tali ancora oggi, per 847 prestazioni portate a termine. Lo sportello psicologico è scaduto il 31 gennaio scorso e ora riparte grazie ai finanziamenti garantiti da Regione Lombardia, indirizzati specificamente a queste categorie, che sono quelle meno supportate durante il Covid, visto che i pazienti oncologici non potevano accedere a queste cure, e nel contempo la richiesta di aiuto da parte dei minori è molto aumentata.
L’équipe in azione
«I primi contatti avvengono attraverso mail – prosegue la psicologa –. Il paziente ci scrive e noi lo contattiamo velocemente per avere informazioni sul suo problema e sul territorio interessato, mentre i colloqui veri e propri vengono svolti prevalentemente di persona». Quali sono i problemi manifestati con più frequenza dagli assistiti? È sempre Migliardi a parlare: «Per quanto riguarda i minori, i disturbi sono soprattutto quelli comuni: ansia, depressione e problemi relazionali. Quanto all’età dei pazienti che ci chiedono un sostegno, le fasce in cui abbiamo avuto più contatti sono la 10-18 anni, seguono gli adulti che appartengono alla fascia 26-60 anni. Questo mese abbiamo registrato 8 richieste da pazienti oncologici e 5 da minori».
Il nuovo obiettivo? «Stiamo lavorando su gruppi psicoeducativi delle scuole – conclude Migliardi –. A Voghera l’abbiamo già fatto: al liceo “Galilei” si è svolto un lavoro sulla gestione dell’emotività. E ora lo stiamo allargando». —