Blackout della rete informatica e il tribunale di Pavia si blocca

PAVIA. Prima c’era la carta a dettare il ritmo del lavoro dei tribunali, oggi, in un’epoca in cui si parla da tempo di processo telematico, gli atti giudiziari sono sempre più informatizzati. Una giustizia più moderna, se tutto funzionasse a puntino. Invece può capitare che il sistema informatico vada in tilt e tutta l’attività del tribunale si paralizzi. Così è successo in tribunale a Pavia, dove il sistema informatico, che tiene in piedi la macchina per avvocati, magistrati e cancellieri, è bloccata da venerdì.

Le cause del malfunzionamento non sono chiare: i tecnici ieri mattina (lunedì) erano al lavoro per riparare il guasto. Ma gli effetti sono stati evidenti, soprattutto nei servizi ai cittadini e nel lavoro degli avvocati.

Impossibile fare un certificato per i carichi pendenti, ad esempio. «Ma il blocco del sistema informatico ha creato problemi anche al portale telematico che gli avvocati utilizzano per molti passaggi, soprattutto nella comunicazione con la procura – spiega Eleonora Grossi, presidente della Camera penale di Pavia –. Ad esempio per le denunce querele, che prima si presentavano ai carabinieri o tramite Pec e ora si fanno attraverso questo portale».

Udienze a singhiozzo

I processi si sono svolti regolarmente, ma in alcuni casi gli avvocati hanno chiesto un rinvio perché non potevano accedere ad alcuni atti. Il portale telematico è utilizzato dagli avvocati per varie procedure, come la nomina a difensore o il deposito della memoria difensiva. «Il processo telematico per ora non è integrale, lo diventerà quando sarà possibile depositare anche atti per il tribunale – spiega Grossi –. Il disservizio in tribunale a Pavia dovrebbe risolversi in fretta, ma avendo avuto questi giorni di blackout il consiglio agli avvocati che hanno depositato atti è di verificare in cancelleria se davvero tutto è andato a buon fine».

Il problema riguarda anche la comunicazione dalla procura agli avvocati, quindi le misure cautelari o l’avviso di conclusione delle indagini.

A che punto siamo

Di informatizzazione dei sistemi giudiziari si parla da tempo e il percorso è già avviato. Ma come sta andando? «In questo momento si procede in maniera problematica», spiega Grossi, che ieri pomeriggio ha aperto il convegno, organizzato dalla Camera penale nella sede dell’Ascom, proprio sul «Deposito degli atti nel processo penale telematico», al quale hanno partecipato magistrati, cancellieri e funzionari giudiziari . «Ci sono sistemi informatici che funzionano bene, altri che zoppicano ancora – aggiunge –. Agli avvocati resta ancorala doppia strada, del deposito telematico o cartaceo, fino alla fine dell’anno, poi si vedrà».

Ma perché non tutto funziona come dovrebbe? «Perché è un sistema in via di miglioramento, in continua evoluzione, e dal Ministero continuano ad apportare modifiche per aggiungere funzioni – spiega la presidente della Camera penale –. Siamo ancora lontani da una operatività piena, impiegheremo probabilmente anni per andare a regime».