False comunicazioni, chiesti due anni per il petroliere veneziano Giancarlo Miotto
Nuovi guai giudiziari per l’anziano petroliere veneziano Giancarlo Miotto, per gli ultimi anni di gestione di quella che fu la sua gloriosa società, dichiarata da poco fallita.
La pubblico ministero Daniela Moroni ha chiesto ieri – davanti al Tribunale presieduto dal giudice Enrico Ciampaglia – la condanna a 2 anni di reclusione dell’ex magnate del petrolio, oggi ottantenne, per false comunicazioni sociali. Secondo la Procura, avrebbe omesso di dichiarare nel bilancio 2016 un debito di oltre 5 milioni di euro della Miotto Generale Petroli nei confronti di un fornitore, coprendo il “rosso” con fatture di acconto fittizie per future forniture, di fatto inesistenti.
L’avrebbe fatto – secondo l’accusa della Procura – per ottenere dagli istituti di credito gli affidamenti bancari che non avrebbe potuto altrimenti ottenere, ma che servivano alla sua società che versava in gravi difficoltà.
Quello di ieri è stato un lungo confronto tra accusa e difesa, con ore di requisitoria, seguite da altrettante di arringa difensiva da parte dell’avvocata Paola Bosio. La sentenza è attesa per il 23 febbraio.
«Ho chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, per entrambi i capi imputazione», commenta la legale, «è stata una discussione lunga, ma molto articolata: sono stati toccati molti profili tecnici e credo di aver dimostrato con diversi argomenti l’insussistenza delle accuse».
Deciderà il Tribunale.
La Miotto Generale Petroli – specializzata in carburanti per il settore industriale e per l’autotrazione, con sede operativa a Porto Marghera, – è stata per cinquant’anni una grande impresa: è arrivata negli anni a fatturare quasi 250 milioni di euro all’anno. Poi la crisi, culminata – dopo un tentativo di concordato – nel fallimento dichiarato dal Tribunale nel 2021, impugnato e confermato in appello.
Molti suoi importanti asset sono stati acquisiti da altre società. Come la Oil & Energy Company (società la cui maggioranza fa riferimento alla moglie di Miotto, Iryna Sigunava, che riveste anche il ruolo di presidente), che assieme alla controllata Mgp, ha deciso in particolare di investire sul biodiesel.
Da parte sua, il petroliere di Marghera, residente a Mogliano, dovrà affrontare anche un altro processo penale. Il 24 novembre è prevista la prima udienza davanti al Tribunale di Treviso per l’accusa di violenza sessuale: a denunciarlo, due domestiche.
Per altro, Miotto è stato anche vittima di clamorosi fatti di cronaca, come l’assalto alla sua villa, avvenuta la sera del 14 novembre del 2021: anno nero di violenti rapine, nella Marca.
Quattro uomini incappucciati fecero irruzione nella villa in località Marocco, con armi in pugno e passamontagna calati in faccia. Il petroliere fu tenuto in ostaggio per quasi un’ora, assieme alla figlia, la moglie e due dipendenti. I malviventi razziarono la cassaforte che si trovava nella camera da letto al primo piano, il caveau al piano terra per poi scappare a piedi, inseguiti dai pastori maremmani, che nel frattempo un altro custode aveva liberato in giardino.
Molto ingente il bottino.