Subappalti a Fincantieri, l’operaio in aula: «Dodici ore di lavoro al giorno, stipendio di 1.100 euro al mese»
«Quando sono arrivato a Venezia sono stato assunto da Ali Md Suhang. Mi aveva detto che sarei stato pagato 5 euro all'ora, poi mi ha parlato di una paga fissa. Mi dava 1100 euro al mese».
Ma anche in ferie, pagava gli straordinari chiede il pubblico ministero Giorgio Gava?
«No, se andavo in ferie no. Ho sentito pagare di “paga globale” ma non capivo la differenza. Io inizialmente facevo 12 o più ore al giorno e venivo sempre pagato 1100 euro al mese», prosegue l’uomo, «iniziavamo alle 7 e si finiva alle 17.30 ma poi ci mandava in altre aree e stavamo fino alle 20-21».
«Lavoravo sei giorni, anche il sabato (6-8 ore); la domenica no. La pausa pranzo? Prendevamo qualcosa fuori dal cantiere».
Racconta così la sua vita di lavoro sotto le pance delle navi in costruzione alla Fincantieri, operai tra migliaia di altri operai del sottobosco dei subappalti, uno dei 26 lavoratori parti civili al processo in corso sullo sfruttamento del lavoro.
Processo che ne segue altri, ma che per la prima volta vede a giudizio anche dieci tra direttori e dirigenti della società di Stato, accusati dal pm Giorgio Gava di aver imposto prezzi fuori mercato nelle gare d’appalto, poi scaricati dai vincitori su lavoratori dei subappalti, senza alcuna tutela.
Alcuni dipendenti Fincantieri sono anche accusati di aver ricevuto “regali” dagli imprenditori per far vincere loro gli appalti. L’operaio bengalese è il primo teste, davanti al Tribunale presieduto dalla giudice Francesca Zancan.
Un processo che si è aperto tra molte eccezioni da parte delle difese, respinte di volta in volta. Poi, ieri mattina, anche la difficoltà di trovare interpreti.
Così si è partiti con l’unico teste che parla italiano: «Sono arrivato in Italia nel 2007, al seguito di mio padre che era già qui. Avevo 18, ho studiato fino alla 3 media. A Palermo lavoravo per un ristorante per 6-700 euro in nero.
Poi un mio amico mi ha detto di venire a Venezia, che si guadagnava di più». Ha lavorato in subappalto Venice group e Naval welding, a partire dal 2017. Malattie o ferie? «Mai. Non conoscevo nessuno, quello che pagava, pagava, mi serviva il contratto per permesso di soggiorno, non avevo più dove andare».