Con l’avvicinarsi dei Mondiali, tutte le Nazionali hanno svelato le nuove maglie che saranno protagoniste della competizione: per essere l’evento calcistico più importante che esista, e per la sua cadenza quadriennale, i brand sportivi guardano al torneo come il momento preferito per stupire e catturare l’attenzione degli appassionati. Saranno nove gli sponsor tecnici rappresentati in Qatar. E poi ce n’è un altro, Umbro, che gioca un Mondiale tutto suo: un marchio che ha una grande tradizione nel vestire club e Nazionali di calcio e che, in virtù di questa storia unica, ha dalla sua un heritage impareggiabile.

È per questo che il nuovo drop  Nations’ Collection, dedicato alle Nazionali, è una vera e propria celebrazione di Umbro e del suo stile: un’estetica che ci riporta indietro, agli anni Novanta, a quel caleidoscopio di colori, pattern traslucidi, eleganti colletti, tessuti jacquard e grafiche psichedeliche. La collezione, in vendita a partire da venerdì 7 ottobre su umbroitalia.it, rievoca molto di questo apparato stilistico, declinandolo per una selezione di Nazionali: Inghilterra, Brasile, Messico, Francia, Spagna, Stati Uniti, Polonia e Germania.

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photo courtesy Umbro

Com'è fatta la collezione 

Per Inghilterra e Brasile, in particolare, i riferimenti diretti sono proprio al tempo in cui Umbro era sponsor tecnico delle due squadre: per gli inglesi, che hanno avuto il Double Diamond per quasi trent’anni di fila, tra il 1984 e il 2012, vengono ripresi i design del 1990, con la maglia home bianca e l’alternativa in blu; per il Brasile ci si rifà alla divisa del Mondiale 1994, quando i verdeoro sconfissero l’Italia ai calci di rigore per laurearsi campioni del mondo per la quarta volta. Lo stile di Umbro è immediatamente tangibile – sta nei colori accesi dei sudamericani o nel pattern ipnotico della third inglese, nel colletto e nel motivo che richiama il doppio diamante, simbolo del marchio, che orna le maniche delle maglie.

Se per queste due Nazionali Umbro ha pescato direttamente nei suoi archivi, le maglie delle altre squadre sono un esperimento grafico ben riuscito: giocando con i colori e motivi peculiari di ogni realtà, il marchio inglese ridisegna le varie selezioni proponendo delle maglie “alternative”, perfette per i tifosi che vogliono qualcosa oltre le canoniche divise ufficiali. Così squadre come Messico, Germania e Spagna riscoprono pattern colorati e vivaci, pur rispettosi delle rispettive tradizioni cromatiche. Per ogni Nazionale, poi, c’è uno stemma personalizzato, ispirato al patrimonio sportivo di ciascun Paese.

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photo courtesy Umbro

Un revival anni Novanta

Il viaggio nella nostalgia continua: per un marchio come Umbro, recuperare il passato per riattualizzarlo è senza dubbio una scelta vincente, perché offre una nuova prospettiva a un’audience di appassionati sempre più affamata quando si parla di maglie da calcio. La mission è doppia: da un lato far conoscere ai più giovani il clamoroso impatto a livello estetico che Umbro ha avuto sul mondo del calcio, dall’altro innescare un meccanismo nostalgico per chi ha vissuto e apprezzato quegli anni di innovazione stilistica.

Del resto, se c’era un player negli anni Novanta che più ha spinto sotto questo punto di vista, nel calcio, è stato proprio Umbro. Alcune delle sue maglie di quel decennio sono diventate immortali, in particolare perché legate a momenti storici – come il Brasile campione del mondo nel 1994, come detto – o a personaggi di culto – Paul Gascoigne e le sue magie, nel bianco luccicante della divisa della Nazionale inglese, ha pochi rivali in questo senso.

Ma quell'epoca si è contraddistinta perché in qualche modo ha anticipato le tendenze, del calcio e oltre, che vediamo oggi. Così le Nazionali di quel tempo vestivano maglie che nessuno aveva mai visto prima, e che ancora oggi sono ammirate come dei veri e propri oggetti di culto. Tutto, nelle realizzazioni di Umbro, tendeva a “impreziosire” le divise con dettagli unici: per esempio, il modo in cui erano replicati tono su tono loghi o bandiere nazionali, come nel caso dell'home del Brasile 1994 o dell'away dell'Inghilterra del 1998, come pure i pattern all-over che riempiono le maglie, a volte prendendo ispirazione anche dalle peculiarità nazionali, come il meraviglioso tartan sulla divisa home della Scozia del 1996.

Brasile 1994

David Cannon

France 1998

Marcus Brandt/Getty Images

Paul Gascoigne, England, 1990

Mark Leech/Offside/Getty Images

Colin Hendry, Scotland, 1996

Mark Leech/Offside/Getty Images