Ticket non pagati, code all’Ats. «Come faccio a pagare 300 euro?»
Dopo la raffica di accertamenti, sconcerto agli sportelli: «La mia esenzione contestata 5 anni dopo»
PAVIA. La corsa agli sportelli Ats comincia la mattina presto: «Devo pagare 427 euro di verbale. Secondo Ats, nel 2019 avrei goduto di esenzioni per il ticket sanitario che non mi spettavano. Ma quell’anno io ero disoccupato». Giorgio, 68 anni, nome di fantasia, racconta una storia vera e comune ad altri 7mila pavesi, cioè quelli che hanno ricevuto la “cartella” verde con dentro il verbale per il recupero dei ticket sanitari non pagati, inviata da Ats sulla base delle analisi del ministerodell’Economia. È così, decine di persone sono andate di persona in viale Indipendenza per chiedere spiegazioni. «Al di là della buona o cattiva fede delle persone, con una burocrazia sanitaria più snella si eviterebbero situazioni simili, pesanti soprattutto per gli anziani» commenta Dino Dori, medico di base dello studio di via Fasolo.
«Io prendo la minima»
Una coppia di 80enni si avvicina al vetro: «Io prendo la minima, come faccio a pagare 300 euro di verbale?» dice la signora allo sportellista. Poi si racconta: «Nel 2019 ho fatto delle cure con un’impegnativa che riportava l’esenzione del ticket, e adesso mi dicono di pagare perché la mia pensione sarebbe oltre la soglia prevista. Noi non vogliamo lucrare sullo Stato, ma come si fa a ricevere una multa così per cure di cinque anni fa, e pagarla con quel poco di pensione che prendo?».
Anziani sopra i 65 anni, pensionati, persone malate o avanti con gli anni: al di là della fondatezza delle loro ragioni, è questa la platea che affolla l’ala destra del palazzo di viale Indipendenza, dove martedì e giovedì si ricevono i cittadini interessati a saperne di più sui verbali che hanno ricevuto. Non senza difficoltà: i “numerini” elimina code finiscono già alle 9, e per una ventina di minuti si va avanti senza, prima che arrivi la “ricarica”.
«Martedì c’erano un centinaio di persone – aggiunge Giorgio – è la seconda volta che torno per capire se devo pagare o meno». Ci sono anche giovani: «Sono venuta di presenza perché al telefono non risponde nessuno – racconta una giovane di 31 anni – mi è stata contestata una multa da 491 per le visite che ho fatto nel 2019, ma io in quell’anno avevo l’esenzione perché ero in gravidanza. Adesso, con la multa, devo pagare il doppio del ticket». Il caso ticket sanitari (irregolari o non pagati del tutto) era già esploso negli anni scorsi, quando Ats aveva avviato controlli a tappeto sulle esenzioni.
Erano emerse tante autocertificazioni non veritiere: molti pazienti, infatti, avevano chiesto l’esenzione per la perdita di lavoro, ad esempio, senza sapere che il loro reddito minimo dovesse essere cumulato a quello degli altri familiari. Ma secondo le associazioni e i sindacati che avevano seguito la questione, diverse autocertificazioni sbagliate erano state fatte in maniera involontaria da migliaia di pensionati e cittadini lombardi. E anche ieri, c’era chi sperava di poter chiarire la propria posizione: «Anni fa mi è capitata la stessa cosa – racconta una signora – ho contestato il verbale e sono riuscito a farlo annullare, adesso mi chiedono di pagare il ticket per il 2019, quando ero disoccupata».
«Colpa della burocrazia»
«Il processo burocratico per le esenzioni può essere complicato, soprattutto per le persone anziane – aggiunge Dori – alcune vengono rilasciate sulla base delle autocertificazioni dei pazienti. È il caso, per esempio, delle esenzioni per redditi inferiori a una certa soglia. In cattiva o buona fede, c’è chi l’anno successivo dimentica di segnalare ad Ats o ai medici di base che il reddito si è alzato, perdendo il diritto al beneficio. Così c’è chi continua a non pagare il ticket pur dovendolo». Nel mucchio finiscono anche tanti anziani, meno avvezzi alla burocrazia. «È il paziente che deve comunicare se il suo reddito si è alzato, ma mettiamoci nei panni di una persona di 80anni. L’ultima cosa cui pensano e notificare uno scatto pensionistico. Con un sistema burocratico più snello, si eviterebbero inghippi».