Anche il filosofo può essere una star: teatro Fraschini tutto esaurito per Galimberti
foto da Quotidiani locali
PAVIA. Questa sera (19 marzo) il teatro Fraschini è quasi esaurito; pochissimi posti disponibili. Per una star della musica? Una grande compagnia teatrale? Niente di tutto ciò. Perché parla il filosofo Umberto Galimberti sul suo libro “L’etica del viandante”.
Ci si potrebbe stupire, poi, perché il prezzo del biglietto è decisamente più alto (27 euro per il quart’ordine di palchi, 40 euro, più prevendita, per la platea) rispetto a qualsiasi altro della stagione di prosa. Abbiamo chiesto agli organizzatori, a psicologi ed esperti di comunicazione di spiegarci le ragioni di un tale successo, mai registrato, almeno a Pavia.
«A me questa risposta così eclatante non stupisce – dice Flavio Ceravolo, sociologo, responsabile del corso di laurea in Comunicazione Digitale –. Intanto partiamo dal presupposto che Pavia non è una città media: la distribuzione del capitale culturale è molto più ampia, e per diverse ragioni. Per cominciare perché attira professori da tutta Italia, poi ci sono le istituzioni che girano attorno al nostro mondo universitario, tanti medici, professionisti della sanità, tutte persone ad alta competenza. In secondo luogo al Festival dell’economia di Trento, o a quello di Mantova, ci sono sempre persone in coda per gli incontri. Sono manifestazioni di grande successo, così come funzionano i Tedx, anche a Pavia. Fatte queste premesse da sociologo constato che ci sono sue tendenze: da una parte quelle antiscientifiche, che hanno avuto un certo successo, come è noto. Dall’altra ci sono molte incertezze e in tanti chiedono sempre più spesso a pensatori illustri del mondo delle filosofie e delle scienze, aiuto per comprendere le grandi complessità di questo momento storico. Galimberti è uno dei primi filosofi che ha iniziato un’ottima divulgazione scientifica. Allora – conclude il professor Ceravolo – sarebbe strano se non fosse pieno il teatro in questa occasione. C’è voglia di capire, di farsi aiutare. L’idea è quella di sentire delle voci, anche per prendere posizione».
Guido Bosticco è un esperto di comunicazione che insegna in Università: «Dopo l’epoca dell’ubriacatura da talk show, dalle tribune politiche, i Maurizio Costanzo e - ancora prima - di quel programma geniale che è stato Match di Alberto Arbasino, è arrivata l’epoca dei reality. Poi ci siamo accorti che l’Isola dei famosi non era tanto deserta, ma c’era tanta finzione. Infine c’è stata l’invasione dei social. A questo punto c’è una sorta di reazione. Secondo una teoria, l’eccesso informativo genera la necessità di trovare qualcuno che semplifichi, che aiuti a fare una gerarchia. Il ritorno alle attività dal vivo a teatro è proprio il ritorno all’esigenza di guide. Poi bisognerà vedere se il pubblico è costituito da persone con i capelli bianchi o se a seguire Galimberti ci saranno soprattutto giovani».
Gli risponde, indirettamente, Alberto Steri, organizzatore della serata: «Con Galimberti e, già da due anni, Paolo Crepet, organizziamo dei veri e propri tour. Dopo il Covid tante persone hanno iniziato a ragionare in modo molto approfondito sui rapporti all’interno della famiglia. Crepet e Galimberti, attraverso i social, sono diventati un po’ personaggi virali, perché sanno comunicare, capiscono e semplificano. Per queste ragioni le persone seguono molto volentieri questi incontri, così come seguono Recalcati o Morelli. Il successo di questi relatori, va anche detto, è spesso legato al successo dei podcast, modalità nuove per apprendere e farsi delle idee».
La docente di cinema all’Università di Pavia, Federica Villa, ha un punto di vista originale: «Si va a seguire Galimberti perché al pubblico piace sentirsi vicini a questi personaggi. Si ritiene sia importante essere presenti al Fraschini, avere un’impressione di prossimità a un sapere importante, elevato. Ragionamenti alti, quelli di Galimberti, come di Recalcati, ma che toccano anche la nostra vita quotidiana. “Guarda - pensa il potenziale spettatore - un grande nome, una persona importante, riesce a parlarmi delle mie cose, delle mie preoccupazioni”. È questo il modo di ragionare».
Tomaso Vecchi insegna Psicologia cognitiva in Università e vede il fenomeno da un punto di vista differente: «Sarò schematico: in primo luogo sappiamo che il post-covid ha aumentato i bisogni di ambito psicologico. C’è la necessità di avere delle guide nell’ambito della psicologia. Eventi come la lezione di Umberto Galimberti richiamano un pubblico che ha questo bisogno e ha capacità di riflessione. Secondariamente, se ci allarghiamo al fenomeno Recalcati, notiamo che questi pensatori si pongono come guide all’interpretazione di un vissuto soggettivo. In generale la psicologia e le neuroscienze in questa fase riscuotono una forte curiosità da parte del pubblico e se una persona riesce a essere attraente, sicuramente ottiene questo grande successo».