“Cresta” da 116mila euro sul Gpl benzinai patteggiano per truffa
Ex gestori dell’impianto di via Campeggi accusati di trattenere parte dei soldi pagati dai clienti
/ PAVIA
Rifornivano il cliente del carburante richiesto, prendevano i soldi in contanti ma poi annotavano sul registro della contabilità un importo più basso. Il resto lo intascavano. E questo meccanismo, secondo l’accusa, veniva messo in pratica anche con i pagamenti con bancomat, alterando le ricevute bancarie a favore della società. La finanza ha quantificato un ammanco di oltre 116mila euro ai danni della Giovi Gas, la società proprietaria dell’impianto di carburante in via Privata Campeggi.
I due ex gestori (il contratto è stato sciolto «per giusta causa» ad agosto dello scorso anno) hanno chiuso ieri mattina in tribunale, davanti alla giudice Valentina Nevoso, la loro posizione con un patteggiamento: 4 mesi e 20 giorni di reclusione (senza sospensione condizionale) è la pena decisa per Pavel C., 40 anni, di Bressana, e Luca P., 40 anni, di Cava Manara. Entrambi erano finiti a processo per truffa.
La parte offesa
La società Giovi Gas Srl era pronta a costituirsi parte civile con l’avvocato Yuri Lissandrin, ma il patteggiamento ha precluso questa strada. «Ci riserviamo a questo punto azioni in sede civile per il recupero del danno», si limita a dire il legale.
Le indagini, affidate alla guardia di Finanza, sono partite alcuni mesi fa con la denuncia della società, che si è accorta del raggiro attraverso alcuni controlli. Dalle verifiche contabili sono emerse irregolarità nelle rendicontazione degli incassi, in particolare per il metano e il Gpl. I conti non tornavano tra il carburante erogato e le somme incassate.
Gli accertamenti hanno portato la Finanza a inviare una relazione in procura e hanno spinto il magistrato a mettere nero su bianco le contestazioni. Secondo la procura, gli allora gestori, con cui la società Giovi Gas aveva stipulato un contratto nel 2019 per la vendita al pubblico di carburante, per almeno un anno, tra il maggio 2022 e lo stesso mese del 2023, non avrebbero versato le somme in contanti corrispondenti al carburante erogato.
Il contratto prevedeva il versamento con cadenza giornaliera del denaro incassato in contanti dai clienti del distributore, sul conto corrente bancario della società, ma questi versamenti avvenivano, secondo l’accusa, in maniera irregolare e comunque con importi diversi da quelli percepiti dai clienti.
Le ricevute bancarie
Ma gli “artifici e raggiri” si sarebbero realizzati anche con i pagamenti con bancomat da parte dei clienti. Secondo l’accusa gli ex gestori avrebbero alterato anche le ricevute di versamento bancarie delle somme ricevute dai clienti e trasferite alla società Giovi Gas Srl. La manomissione, secondo l’ipotesi della procura, avveniva cancellando la data e l’ora si precedenti ricevute, per farle apparire come nuovi versamenti bancari, in realtà mai eseguiti. Alla fine è risultato un ammanco nelle casse della società di 116.655 euro. Soldi che ora il proprietario dell’impianto proverà a recuperare con una causa civile. —